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Recensione : Lurking Evil – The Almighty Hordes Of The Undead

Un buon album di metallo estremo rivolto a chi, nel black, preferisce contaminazioni con generi più diretti ed In your face

Lurking Evil – The Almighty Hordes Of The Undead

I Lurking Evil, duo proveniente da Madrid, arrivano all’album d’esordio sotto Razorback Recordings con questo convincente The Almighty Hordes of the Undead, orrorifico lavoro all’insegna del più oltranzista black/thrash, nero come la pece, in stile Darkthrone e band che, all’Impatto oscuro del black aggiungono sfuriate che risultano ben inserite nel concept dell’album.

Il duo è composto da Guldur alle pelli e dal polistrumentista Orlok, bravissimo chitarrista e vocalist dotato di uno scream molto suggestivo che rende i brani ancora più maligni.
Quaranta minuti scarsi ma di sicura presa, con due o tre songs notevoli e altre nella media, in un album da considerarsi comunque sicuramente riuscito.
The Fog è l’intro che da via al teatro degli orrori, chitarra, basso e batteria non si risparmiano dalla seguente Twins of Evil, e da qui in avanti è un girovagare tra boschi e foreste dove creature malefiche attendono l’ignaro viandante; il metal estremo della band sguazza nel raccontare le terribili vicende, tra accelerazioni e rallentamenti suggestivi come nella top song Rites of Deepest Horror, picco del lavoro, cadenzata ma tremendamente malvagia, dove il chitarrismo di Orlok dà il meglio di sè, con riff dal sapore doom e sevizie continue alla sua sei corde.
I Lurking Evil ci mettono tanta grinta e un’attitudine punk che a tratti esce fuori dai solchi dell’album (Minions), e non mi meraviglierebbe se tra le influenze del duo ci fossero i Misfits, così come il thrash teutonico ed il black old school.
Altro brano convincente è la diabolica Nightmare, con apertura cadenzata e perfetta accelerazione thrash, con ancora Orlok a vomitare scream in un massacro metallico alla “The Blair Witvh Project”.
Niente di più che un buon album di metallo estremo, rivolto a chi, nel black preferisce contaminazioni con generi più diretti ed In your face, piuttosto che sinfonismi gotici e produzioni bombastiche, capace comunque di mantenere sempre vive atmosfere oscure e di ottima presa.

Tracklist:
1. The Fog
2. Twins of Evil
3. Minions
4. Blood Is Life
5. 3 AM
6. Pustulous Horde
7. Return of the Blind Dead
8. Nightmare
9. The Dark Paths of the Other Side
10. Rites of Deepest Horror
11. Witches Sabbath
12. Winds of Solitude

Line-up:
Guldur – Drums
Orlok – Vocals,Guitars,Bass

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