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Recensione : Lupin III – Il Castello di Cagliostro

 Il primo film di cui vi voglio parlare è un anime ambientato in Italia, che si dice abbia ispirato il primo “Indiana Jones” di Spielberg e Lucas oltre a essere stato fonte di ispirazione per la Disney nel comporre una scena di “Basil L’Investiga Topo” e una nel finale del film “Atlantis - L’Impero Perduto”.

 Il primo film di cui vi voglio parlare è un anime ambientato in Italia, che si dice abbia ispirato il primo “Indiana Jones” di Spielberg e Lucas oltre a essere stato fonte di ispirazione per la Disney nel comporre una scena di “Basil L’Investiga Topo” e una nel finale del film “Atlantis – L’Impero Perduto”.

Questo inoltre è il primo film che vede alla regia Hayao Miyazaki il fondatore della casa di produzione animata Ghibli.

 

  1. REGIA Hayao Miyazaki

Miyazaki, all’epoca, aveva già lavorato a una quindicina di episodi di Lupin III ma questo lungometraggio cambierà per sempre la sua vita e la vita di molti di noi.

Qui il futuro “Ghibli Senior” metterà tutto sé stesso per costruire una storia emozionante e stimolante andando contro quello che Lupin era stato fino a quel momento, ovvero un ladro gentiluomo (più ladro che gentil uomo). Lui cambierà il colore rosso della giacca del nostro protagonista e la farà verde, proprio a simboleggiare la bontà di Lupin che in questa pellicola si dimostrerà più gentiluomo che ladro. Scelta che verrà a più riprese criticata. Persino Monkey Punch, il padre di Lupin III, si trovò d’accordo con queste critiche.

Il film fu un mezzo flop al botteghino, incassando in tutto il Giappone poco più di 600 milioni di yen a fronte di un budget di 500 milioni. Ma negli anni seguenti, fu la critica (e la distribuzione internazionale) a dare il giusto peso alla pellicola, collocandola tra gli anime più belli di tutti i tempi. Questo proprio grazie alla regia del nostro Miyazaki, regia che troveremo poi in tutti i capolavori Ghibli da lui diretti.

Cosa che salta subito agli occhi è “L’Autogiro” la prima macchina volante in pieno stile Ghibli, macchine volanti che il regista inserirà, da qui in poi, in tutte le sue pellicole. Una regia che sa passare da momenti veloci in cui l’inquadratura e molto dinamica ma pulita, a scene calme con inquadrature ferme, primi piani e campi larghi che raccontano di più di quanto potrebbe fare un dialogo.

 

  1. TRAMA

L’inizio è un classico di Lupin, il nostro protagonista ha appena svaligiato la riserva monetaria di un casinò, accompagnato da Jigen si mette in fuga sulla sua 500 gialla.

In breve tempo però Lupin scoprirà che il denaro rubato è falso e che proviene dalle tipografie del Capro ovvero il più grande falsario di tutti i tempi.

Mentre sono in fuga i due ladri si imbattono in Clarisse la duchessa e futura reggente del minuscolo stato di Cagliostro ispirato a San Marino, (Altra particolarità di Miyazaki ovvero l’amore per l’Italia). Clarisse è alla guida di una Citroen due cavalli, vestita da sposa e inseguita da dei sicari. Tanto basta per far entrare in azione il nostro ladro gentiluomo.

Da qui la storia inizia, Lupin dovrà affrontare il Capro ovvero il perfido conte di Cagliostro che vuole sposare Clarisse così da avere il potere su tutto l’arciducato e ritrovare il tesoro di Cagliostro da tempo perduto. Lupin avrà dalla sua Jigen, Goemon (inserito a forza nella sceneggiatura), Fujiko e persino Zazza ( che farà la sua parte per salvare Clarisse e smascherare il Conte).

Una pellicola che vede messi un po’da parte i coprotagonisti e che punta tutto su Lupin, sulla sua storia personale e su Clarisse, che per quanto sia la fanciulla in pericolo che il nostro eroe dovrà salvare rientra già nella specifica visione di Miyazaki così legato alle figure femminili forti che non si sottomettono alla prepotenza maschile.

Un film che contiene già tutti gli ingredienti che Miyazaki metterà nei capolavori futuri.

Ma per quanto sia un film del 79’ in Italia approderà solo nel 84 direttamente in Tv e dovremo aspettare il 2007 per vederlo al cinema, in tutto questo il film venne doppiato ben 3 volte

 

 

  1. DOPPIATORI

La prima versione non fu doppiata dal cast ufficiale della serie e presentava una valanga di errori oltre a una quintalata di censure questa versione rimarrà ufficiale fino agli anni 2000 quando venne ridoppiato per l’home video e rimarrà la versione ufficiale fino al 2021 anche questa versione presentava enormi errori di traduzione.

La terza versione fu imbastita nel 2007 per la versione cinematografica, qui le voci sono quelle della serie tv e non presenta censure o errori di traduzione, tra l’altro, questo fu l’ultima volta che Lupin fu doppiato da Roberto Del Giudice che morì poco dopo l’uscita del film.

 

 

  1. FOTOGRAFIA – DISEGNI

L’amore del regista giapponese per l’Italia esplode nei fondali, regalandoci immagini a dir poco fotoniche, grazie alla mano dello stesso Miyazaki ma anche attraverso quella di Yasuo Ōtsuka, suo storico collaboratore, e alla fotografia di Hirokata Takahashi. I tre artisti andranno a creare momenti davvero fiabeschi come l’incontro nella torre nord tra Lupin e Clarisse, per non parlare di tutti i campi larghi sul panorama che circonda il castello di Cagliostro nelle scene finali. In ogni immagine si vede la dedizione che Miyazaki e Otsuka hanno messo nella realizzazione dei panorami e nei dettagli che essi comprendono.

Tra l’altro l’iconica 500 gialla di Lupin è ispirata alla macchina di Otsuka e la Citroen di Clarisse è ispirata alla prima macchina di Miyazaki.

 

  1. MONTAGGIO

Altra nota positiva è il montaggio che riesce a dare spessore a ogni scena, tanto che questa sia d’azione; tanto che sia di suspence o di transizione. Tutto dal montaggio audio a quello video è perfettamente legato e bisogna dire che il doppiaggio finale è veramente ben inserito nelle varie immagini.

 

  1. SCENEGGIATURA

La sceneggiatura è scritta da Miyazaki e da Haruya Yamazaki sceneggiatore de “I Cavalieri dello Zodiaco” tanto per darvi l’idea di chi sia.

La storia si ispira al volume “La Contessa di Cagliostro” scritta da Maurice LeBlanc, (il padre di Lupin I, per dirla male). Ma Miyazaky la fa sua, aggiungendo e togliendo personaggi e alleggerendo il tema alquanto inquietante della narrazione originaria. Tra l’altro aggiunge un background al nostro ladro che ci racconta di quando da giovane aveva già provato a infiltrarsi nel castello di Cagliostro rischiando la vita.

 

  1. COLONNA SONORA

La colonna sonora creata da Yūji Ōhno passa dal jazz, alla musica classica, ai pezzi romantici.

Bello il motivo che accompagna le immagini del castello in cui vengono usati i classici suoni dei film giapponesi usati per dare imponenza ai castelli nipponici.

La musica non accompagna tutte le immagini ma viene usata per sottolineare determinate scene rendendola indispensabile per la riuscita della narrazione.

 

  1. PENSIERO FINALE

Un film che vi consiglio di recuperare se non altro per scoprire tutto quello che Miyazaki ha sperimentato qui e che poi ha riproposto in mille chiavi diverse nei film Ghibli.

Una pellicola che racconta una storia semplice ma che non vi lascerà indifferenti.

 

 

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