I giorni del G8 furono, per chi li visse sia direttamente che indirettamente, qualcosa di veramente drammatico e scioccante. Molti, dopo quei fatti in fondo così inaspettati nella loro crudezza, tentarono di esprimere il proprio sdegno: alcuni ci riuscirono bene altri meno e tra chi scrisse qualcosa di veramente pregnante vi furono indubbiamente i Los Fastidios che nel loro album Guardo Avanti inserirono Rabbia Dentro il Cuore, una canzone che ben descriveva come, nell’immediatezza degli eventi, fossimo confusi, rabbiosi, dolenti.
A distanza di così tanti anni la band veronese è ancora sulla breccia con il proposito di riannodare fili, interazioni, passioni che nulla è riuscito a recidere. Il nuovo, disco composto da quattordici brani, riesce, come di consueto, a definire la cifra stilistica di una band che rappresenta una vera propria istituzione nel panorama punk (e non solo) nazionale.
Ci sono i pezzi in levare come Monkeys, Back in ’79 e Where Are You Now? e la ripresa di Blue Beat Boy che diventa Blue Beat Boy 2.0, ma non mancano brani anthemici come la clashiana Torneremo Ancora – dal testo bello semplice e diretto – e la conclusiva Tu Lo Sai. Ottime eccezioni sono poi The Queen of the Dancefloor – che mi rimanda al mod sound di band da me amatissime quali Spitfires, Ordinary Boys o Movement – e la suadente e dubbeggiante Beverley.
Infine, un discorso a parte lo merita la tesa ed efficacissima A.H.L., mia preferita del lotto, che va a riprendere le tematiche animaliste tanto care alla band.
In sintesi un ottimo ritorno che ribadisce come i Los Fastidios siano “here to stay”, e se qualcuno capisce la citazione non vince nulla di tangibile, giusto la mia stima.