Snow In June è un disco che gravita molto intorno alle particolari sonorità tirate fuori dalla 4AD durante la seconda metà degli anni ’80. A suonarlo troviamo i Little Black Dress, ovvero Toby Pipes e Nolan Thies, due giovani ragazzi di Dallas mentre a produrli ci hanno pensato la Idol Records e la neonata Exploding Plastic. Visto che trovare altre informazioni riguardo a questi ragazzi sembra impossibile su internet, ho deciso di parlarne.
Makeshift Blinds, strumentale, è un intro che ricorda molto i giovani Mogwai, quelli dei primi tempi, molto acerbi, ma non è a loro che mirano realmente i Little Black Dress! La successiva Robin, infatti, decisamente pop, cambia totalmente registro, partendo acustica e leggera per poi schiudersi alle chitarre elettriche, come lo sbocciare di un fiore delicato e fragile. Snow In June, sfila via lenta e trasognante, ricordando in qualche modo alcuni pezzi degli Smashing Pumpkins, in particolare quelli cantati da James Iha (o quelli di prima di Gish, ancora legati alle chitarre riverberate). No Hope si mantiene sulla stessa velocità del precedente pezzo, mentre la voce delicata, sussurrata, sembra quasi che voglia nascondersi in mezzo alla melodia. End Film è più esplosiva, indubbiamente, e con la sua melodia sembra di perdersi nell’Inghilterra dream/etereal pop di fine anni ’80. Poi arriva Mute, assolutamente il pezzo migliore del disco, lento e pulito, ottimamente costruito e decisamente introverso e poetico. Prophet è solo un breve intermezzo che lascia presto spazio alla solarità di Your Side la quale, guidata dalle pulsazioni costanti del basso, scorre via veloce e coinvolgente. Took It, un po’ più ostica all’ascolto, si caratterizza per le fratture melodiche e per i ritornelli che tentano di svincolarsi e di volare via mentre Out Of View, dolce e ovattata, sa di pomeriggio invernale passato al caldo, in casa, a guardare il mare lontano. Simple Kind, trasognata, scorre via fluida, fino a Queen, l’ultimo pezzo, che al ritmo della strofa contrappone in modo molto efficace le aperture melodiche del ritornello.
I due ragazzi del Texas svolgono un lavoro che non è entusiasmante, ma che comunque convince. Le canzoni a volte mostrano di necessitare di una maggiore cura compositiva (o forse di idee un poco più originali), ma in altri casi convincono in pieno, vedi Mute, Robin, Queen. I riferimenti musicali a cui tendono i ragazzi sono già stati esplicitati e purtroppo, a volte, nel corso dell’opera, si fanno troppo presenti, togliendo personalità al duo. Il disco sembrerebbe facile all’ascolto, grazie alla sua delicatezza e leggerezza, ma, appunto, la poca personalità dei due texani disorienta un poco l’ascoltatore, impedendogli di carpire nell’immediato le caratteristiche positive di ciascun pezzo.
In conclusione cosa si può dire? I due ragazzi se la cavano, ma se vogliono veramente puntare in alto devono assolutamente migliorare la costruzione delle canzoni, trovare un sound che sia veramente proprio e personale, e forse metterci un poco più di grinta e determinazione. Crediamo in loro.
TRACKLIST:
01. Makeshift Blinds
02. Robin
03. Snow In June
04. No Hope
05. End Film
06. Mute
07. Prophet
08. Your Side
09. Took It
10. Out Of View
11. Simple Kind
12. Queen
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