Un grande ritorno di un grande gruppo punk rock, altrettanto ottimo punk rock melodico dal Messico e si chiude con una meraviglia power pop punk da Granada.
LEFTOVER CRACK
Tornano i Leftover Crack con il sette pollici in edizione limitata “White Guilt Atrocity Quilt” per SBÄM Records. I Leftover Crack sono uno dei maggiori gruppi di punk di ispirazione anarchica, sono nati nel 1998 dalle ceneri degli Choking Victim e hanno le loro radici nella scena musicale sviluppatasi nelle case occupate di New York, in particolare quelle del Lower East Side, uno dei quartieri storici di Manhattan.
Il gruppo newyorchese ha sempre portato nei suoi dischi e sul palco un’attitudine fortemente politica, la loro area di riferimento è quella anarchica, mettendo in musica le lotte che affrontavano nel loro quotidiano. Il loro suono è sempre stato un punk rock con influenze hardcore, ska e anche crust in certi frangenti.
Questo nuovo sette pollici in edizione limitata contiene due pezzi, “White Guilt Atrocity Quilt” sul lato a e “Brad Sabbath” sul lato b. Il suono è ancora più tagliente e corrosivo, le voci del fondatore Stza e della nuova cantante Tibbie-X si alternano in un nuovo corso musicale per questo gruppo che ha sempre avuto un suo suono molto personale ed originale, e che ribadisce con questo sette pollici di essere ancora attivi. Il sette pollici anticipa l’uscita di un futuro disco, “Abandon the prencicts”, annunciato nel 2024 ma mai uscito ad ora, ma si sa con i Leftover Crack non c’è mai nulla di scontato. Intanto godiamoci questo sette pollici, due tracce sempre abrasive e nello stile di un gruppo di cui non possiamo fare a meno.
DFMK
La Alternative Tentacles di Jello Biafra pubblica il secondo disco sulla lunga distanza dei messicani DFMK, dal titolo “Playa nuclear”. Il gruppo di Tijuana è attivo dal 2009, fanno un gran bel punk rock con etica diy in stile Ramones e Dead Kennedys, tirato e melodico al contempo, con un forte sentimento alla tradizione messicana del genere.
In Europa abbiamo in genere una scarsa conoscenza del punk underground in Messico, quasi ogni stato messicano ha una buona produzione musicale, ma purtroppo pochi dischi passano l’oceano e arrivano da noi, sicuramente questo lavoro può far conoscere maggiormente il punk rock messicano anche da noi. I DFMK hanno una visione precisa delle cose e sanno molto bene da che parte stare, dalla parte di chi è vessato od oppresso, più semplicemente dalla parte della gente, e lo fanno con liriche potenti che si innestano su di una base musicale genuinamente e totalmente punk rock.
Jello Biafra li ha conosciuti durante un concerto “If you know a punk” in un negozio di moto ad Oakland, ed ecco che è nata la collaborazione. Parlando in termini italiani il suono dei DFMK è molto simile a quello dei The Manges, punk rock ramonesiano mutato e con una fortissima anima rock and roll, con i messicani che sono più virati ad un groove in stile californiano senza averne la parte hardcore punk.
“Playa nuclear” è un notevolissimo disco di punk rock che fonde melodia e cattiveria, con un ritmo che non ha un momento di abbassamento e di tregua, con liriche sempre molto centrate e mai banali. Ascoltare un disco come questo riporta alla ragione sociale del punk rock, ovvero quella di raccontare storie attraverso una musica che non si ferma mai e che incalza sempre.
Nelle loro canzoni c’è anche una grossa componente rock and roll, che rafforza il loro suono e lo rende migliore. Un bel disco, ennesima scoperta della Alternative Tentacles.
Li abbiamo ascoltati anche nella prima puntata di frontiere sonore 2025
SARAJEVO 84
Secondo disco intitolato “The after party” su Wild Punk Records del gruppo di Granada Sarajevo 84.
I Sarajevo 84 fanno una miscela davvero ben fatta di punk rock, new wave, dark rock, power pop e anche momenti mod, il tutto con fortissime influenze della scena musicale inglese degli ultimi trent’anni, dai Bloc Party agli Arctic Monkeys per fare due esempi. Il suono del gruppo andaluso è trascinante, con un forte base dance ma anche altrettanto dark, le canzoni sembrano scaturire dal nulla, il suono dei quattro è sempre piacevole, i ritornelli sono molto belli, e tutto funziona benissimo. Durante tutto l’ascolto non esiste un momento di stanca o di noia, il gruppo sembra avere una vena creativa pressoché inesauribile, e l’after party è meglio della festa stessa, per un disco che stupisce molto.
“The after party” è un grande atto di lotta in un mondo che consuma e macina tutto, i Sarajevo 84 si fermano, scendono dal treno in corsa e fanno un disco come si faceva un tempo, un lavoro da ascoltare nella sua interezza e nella sua forza organica e globale, e qui dentro ci sono tantissime cose, canzoni che dal vivo staranno benissimo. Velocità, ritmo, dancefloor, dolcezza e tanta malinconia, il tutto può essere riassunto da una canzone magica come “Night driving” che è un vero e proprio balsamo per l’anima, con un senso di calore e di dolcezza unici.
Giustamente in questa epoca ci si avventura per i tunnel pericolosi anche se ricchi della musica fatta con l’intelligenza artificiale, e si riuscirà sempre più difficilmente a distinguere un disco fatto dalla razza umana piuttosto che uno totalmente artificiale.
Il supposto progresso forse progredisce, ma nessuna macchina potrà mai fare un disco con un carico di calore, sentimento e di umanità come questo. Il gruppo di Granada riesce a compiere un’impresa che tanti gruppi sognano per tutta la carriera senza mai raggiungerla, ovvero fare un disco che non ha buchi né riempitivi, solo canzoni incredibili una dopo l’altra, costruendo un senso di totalità quasi perfetta. Immergersi in “The afte party” significa tuffarsi in una piscina che ti darà la scossa, e non si vuole tornare fuori. Affrettatevi dischi come questo sono sempre più rari perché portano meraviglia.










