Puntata interamente dedicata alle nuove uscite dell’etichetta francese Cyclic Law. Un universo di elettronica oscura e mondi da conoscere.
LAMBWOOL
“Ashes” è il nuovo disco dello scultore sonoro francese Lambwool. Il lavoro nasce e ha come motore primo la paura, anzi meglio il terrore di un’apocalisse imminente, provocata dalla guerra in Ucraina.
Lambwool nei primi dieci giorni dello scoppio della guerra in Ucraina Lambwool provò una paralizzante sensazione di paura, e non fu certamente l’unico, e si rifugiò ne lsuo bene più grande : il suono. L’artista francese si è messo alacremente al lavoro e ha partorito questo grandissimo disco di dark ambient che è “Ashes”, dove possiamo sentire con peso fisico il movimento della guerra in corso, i missili lanciati contro le sicurezze, la rinascita dell’atavico timore che tutto possa finire in un breve lasso di tempo, il senso di annientamento che porta con sé l’immane tsunami informativo al quale siamo sottoposti, mezzo di guerra psicologica altrettanto letale come quella fisica.
Lambwool è riuscito a mettere in musica nella maniera migliore la guerra e la percezione di essa, l’avvicinarsi della tempesta che noi occidentali pensiamo sempre essere lontana, mentre ne abbiamo di molto vicine come quella in Ucraina, quella in Palestina, o semplicemente le morti sul lavoro e lo sfruttamento. Lambwool con la sua scrittura dark ambient si insinua nel nostro cervello e nelle nostre ossa distillandone la disperazione e l’amara consapevolezza che la pace è aliena all’essere umano, a cominciare dai suoi irrisolti conflitti interni.
Un altro grande punto di forza del lavoro sono i campioni sonori presi da riprese e servizi sul campo, si sentono i colpi, i crolli e i bombardamenti, in un gioco di echi e di richiami che funziona perfettamente per spiegare al meglio cosa succeda in guerra, e questi suoni potenziati dalla dark ambient sono assai terribili e rendono perfettamente, molto più che in qualche telegiornale o servizio tv.
Qui i suoni hanno un peso fisico immenso, li senti arrivare e l’unione fra registrazioni di campo ed elettronica raggiunge apici altissimi per mostrarci la brutalità e la morte totale della guerra, concetti rappresentati molto bene anche nella copertina in bianco e nero dipinta da Laurent Chedmail, che coglie in pieno lo spirito del disco.
“Ashes” va oltre il percorso musicale, è un documento sonoro e pschico di resistenza alla guerra e all’apocalisse umana provocata dagli stessi esseri umani, un documento molto importante.
AJNA
L’artista americano di dark ambient Ajna pubblica su Cyclic Law il suo nuovo disco intitolato “New revelations of being”, incentrato sull’incredibile romanzo di Antonin Artaud “Apocalypse”, scritto dopo “The New Revelations of Being”. Artaud nel romanzo descrisse il suo allucinato e durissimo soggiorno di sei settimane in Irlanda, senza un soldo, arrestato e picchiato dalla polizia, spedendo lettere colme di rivelazioni apocalittiche ai suoi amici in Francia, convinto che l’Anticristo sarebbe apparso nel parigino cafè dei Deux Magots. Artaud si diede da solo il titolo di Primo Rivelato.
La discesa di Artaud nella pazzia metafisica e non solo, e più in generale l’esplorazione sonora della nostra psiche e dei suoi eccessi è l’argomento di questo magnifico disco di dark ambient e drone. Ajan crea una navicella sonora con la quale ci fa immergere con lui dentro la mente di personaggi straordinari e di riflesso anche nella nostra, e come e più che negli abissi perenni, echi e abbagli sonori compongono il paesaggio.
Ajna rende alla perfezione il paesaggio sonoro che sta dentro di noi, ci porta all’interno dei nostri demoni mentali, con riflessi di drone e elettronica oscura abbatte gli ostacoli della comprensione e va oltre, nel campo psichico abituale di Artaud, interessantissimo artista di cui si parla poco, forse perché i diversi schieramenti politici non riescono a tirarlo dalla loro parte.
L’incollocabilità di Artaud e dei suoi scritti febbricitanti sono mirabilmente trasposti in musica qui, in una forma che gli rende giustizia e che porta l’ascoltatore in una dimensione diversa, oscura e primordiale, e tutto ciò si comprende meglio se si ascolta il disco in cuffia e ad occhi chiusi. “New revelations of being” è un liturgia sonora sulla sconfinata dimensione ed imprevedibilità della nostra psiche, un elemento che noi pensiamo chiuso dentro di noi, mentre Ajna con la sua elettronica ci mostra parte di un qualcosa sconfinato e terribile di cui forse non riusciremo mai a comprendere la natura e la missione.
La nostra psiche è collegata all’immensità che sta fuori di noi, e questo disco è una visione di quel collegamento, frutto della connessione artistica e psichica fra Artaud e Ajna.
DAYOFWRATH
“The World Will Perish In Flames” dei dayofwrath è uscito originariamente in cassetta nel 2012 per Cloister Recordings e questa ristampa su Cyclic Law è la prima in cd. Per la scena underground spagnola e non solo questo disco è una delle uscite più importanti degli ultimi anni, un suono che trae la sua linfa vitale dall’industrial e dal black metal, in un’unione sacrilega e nerissima.
Il gruppo spagnolo porta l’ascoltatore negli abissi più reconditi, là dove la rabbia e l’odio diventano fisici e hanno il potere di distruggere tutto. I sintetizzatori incontrano chitarre impazzite, l’impianto è ebm ovvero l’elettronica nera, al quale si aggiunge il respiro black metal e la forza dell’industrial, per un risultato che è qualcosa di unico e potentissimo.
Come richiama il nome il gruppo mette in musica il giorno dell’ira cristiano, un concetto molto diffuso soprattutto nel medioevo che era un’epoca molto black industrial per certe cose, e proprio dal medioevo ci arriva l’inno in musica “Dies irae”, molto probabilmente del francescano italiano Tommaso da Celano, qui il passo finale tanto per rendere l’idea :
“Si vedran Natura e Morte
In un punto istupidir,
Quand’innanzi al Vivo, al Forte
Dovrà ognuno comparir.
Si vedrà nel libro eterno
Il delitto e la virtù,
Onde il Cielo oppur l’Inferno
Avrà l’uom per quel che fu”.
Ecco i dayofwrath trattano proprio quanto espresso, è un giorno del giudizio messo in musica in maniera davvero mirabile. con un suono unico e che si inserisce benissimo nel percorso artistico della Cyclic Law come etichetta che guarda sempre avanti e che coglie tutte le sfumature dell’elettronica oscura ed oltre.
Un disco unico, ferale, furioso, calmo e lancinante, un’operazione chirurgica di rabbia e di sale nelle ferite, di dannazione e di morte nera, un capolavoro del sottobosco musicale.










