Tornano le leggende tedesche dell’ elettronica alternativa e spuria nata dalla mente malata di Sascha Konietzko nell’ormai lontanissimo 1983. “Let go” in uscita per Metropolis Records. Chi conosce i KMFDM pensa di sapere cosa aspettarsi ma in realtà il gruppo stupisce sempre, riuscendo ad offrire un panorama musicale sempre variegato e mai ovvio, che è poi il loro marchio di fabbrica.
Il suono parte sempre dall’industrial, electro clash, alternative con innesti di ebm e anche qualcosa del metal, più nel concetto che nella musica. Questo album è forse musicalmente il più pop e vicino agli anni ottanta degli ultimi prodotti del gruppo, con sintetizzatori che si funkizzano per cercare nuove frequenze, come nella seconda traccia “Push”, che è una delle migliori del lotto.
L’ensemble tedesco è sempre la migliore delle colonne sonore possibili per un futuro cyber sporco e cattivo, che è quello che si sta prospettando, dove la carne sarà sempre di più al centro, con guerre e consumi imperanti descritto molto bene in “Turn the light on”S.
Qui si viaggia sempre nell’universo creativo di Sascha, uno dei pochi musicisti che riesce a seguire una propria linea stilistica e musicale senza mai scadere nell’ovvio, dando sempre nuova ed ottima musica ai suoi seguaci, perché qui di culto si tratta, e con ragione. Ascoltare “Let go” è immergersi in un futuro distorto e distopico, molto realistico e altrettanto possibile, con visuali lascive, fisiche o molto eteree, raccontate dai synth e dalla voce maschile e dalla voce femminile che si fondono sempre molto bene assieme.
Ventitreesimo disco per questo gruppo che ha tracciato un solco indelebile nel panorama alternativo arrivando allo status di culto, ma anche e soprattutto capace di sfornare ottimi dischi ripieni di costruzioni musicali molto ben composte e sempre molto godibili da sentire e risentire.
KMFDM -Let go
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