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Recensione : Killer Klown – Crappy Circus

Il ritorno degli Lux & Ivy italiani in forma come non mai

Killer Klown – Crappy Circus

Che il legame fra questa fanzine e i Killer Klown sia forte e saldissimo lo dimostrano tre punti:

1) Averli intervistati quando ancora Inyoureyes usciva in formato cartaceo,
2) l’aver organizzato due loro concerti entrambi spettacolosi,
3) la collaborazione fattiva del Rev.Jungle con noi nello scrivere recensioni.

Questo ovviamente non inficerà il mio giudizio su di loro visto che li ritengo una band spettacolosa di cui possiedo praticamente tutte le uscite e che adoro da sempre.

Innanzitutto bisogna subito sgombrare il campo da ogni dubbio dicendo che la band sono Fausto e Piera, due autentici punk-rockers; loro sono il corpo di un progetto ormai ultra ventennale che li ha portati negli anni ad essere considerati, almeno da me, i Lux & Ivy del rock’n’roll italiano, non vi dico i gesti apotropaici di lui quando gliel’ho detto. La loro proposta è da sempre diretta, cattiva, senza compromessi ma anche piena di (auto)ironia, perdente per scelta e strafottente per convinzione.

Dopo aver inanellato titoli da antologia quai Brand New Shit, Twist & Fuck e Dr. Pedophilous i nostri si ripresentano al loro piccolo ma affezionato stuolo di fans con questo Crappy Circus un altro azzeccato capitolo di una storia alla quale neanche Satana in persona potrebbe mettere fine. Il compito di aprire le danze è assegnato a Circus uno sberleffo pistolsiano di quasi cinque minuti che conferma l’attitudine suicida dei nostri nei confronti di ogni possibile nuovo ascoltatore che voglia accostarsi alla loro musica.

Ma noi che siamo degli impavidi e non ci spaventiamo davanti a nulla sappiamo che che la loro immarcescibile formula di garage-punk con organo malvagia e sboccata la farà da padrona come capita nei successivi Drowning e Atomic Zoo. Ma è il quarto pezzo in scaletta A Teenage Mind a sorprendere l’uditorio con le aperture quasi “pop” contenute nel ritornello.

Il resto dell’album è tutto un susseguirsi di pezzi mirabili come i veloci e sguaiati Do The Scooby-doo e Moe Tucker, il doveroso omaggio ai Cramps di Big Black Cat, i ritmi dilatati e stoogesiani di Hungry Dog Drama introdotti da un intro di tastiere ossessivo ed inquietante, per finire con la stonesiana Manual For Predators, un amore quello per il gruppo di Jagger/Richards mai nascosto dalla band. Dopo il da me adoratissimo album dei Lucyfer Sam quello dei Killer Klown è il grandissimo ritorno di un gruppo che avrà sempre un posto nel cuoricino di noi eterni losers alla ricerca di Cheap Thrills.

ETICHETTA: Area Pirata Records

TRACKLIST
1) Circus,
2) Drowning,
3) Atomic Zoo,
4) A Teenage Mind,
5) Do The Scooby-doo,
6) Big Black Cat,
7) Hungry Dog Drama,
8) Memory For A Dead Festival,
9) Moe Tucker,
10) Manual For Predators

LINE-UP
She-Hellcat – Organo,
Mr.Cairo – Basso, J
oe Costa – Chitarra,
Marco – Batteria,
Rev.Jungle – Voce

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