Bassi e sintetizzatori che suonano ancora avanti anni luce, un raggio laser che viene dal passato e che ci porta direttamente nel futuro.
Edizione limitata di un remix del 2025 di “I9” su Axis da parte di uno dei massimi esponenti della techno mondiale, Jeff Mills, per introdurci alle cose che succederanno nel 2025 per il trentennale del disco “Live at Liquid Room”. All’epoca del live Jeff Mills non aveva pubblicato la traccia e la suonò dal vivo mediante una cassetta, dove aveva riversato la traccia che ebbe poi un grandissimo successo. Jeff Mills è uno dei creatori della concezione moderna della techno music, fondatore fra le altre cose del collettivo di Detroit Underground Resistance, una della figure musicali che divide un prima ed un dopo la sua venuta.
Come racconta molto bene nella seconda traccia di questo singolo, che è un suo commento alla canzone, per questo suo concerto a Tokyo che è stato poi immortalato in “Live at Liquid Room”, Jeff voleva creare una canzone che mostrasse lo stato attuale della techno in quel momento il 1995, un anno molto caldo per la techno mondiale che stava preparando il suo settaggio per diventare quello che è stato in quegli anni, che possiamo tranquillamente definire come l’epoca d’ora della techno, che è viva e vegeta anche adesso, ma in quegli anni possedeva un’intensità ora sconosciuta.
Come dice lo stesso Mills, la techno di quegli anni era intensa perché i produttori ed il pubblico erano loro stessi intensi, c’era qualcosa di speciale nell’aria, e in questa traccia storica, qui remixata, si può ascoltare tutto ciò e oltre. Jeff Mills parla di questa traccia come di un momento fondamentale nella sua carriera, ed ascoltando il pezzo gli si deve dare pienamente ragione, qui c’è tutto il Jeff Mills della seconda parte degli anni novanta, colui che ha portato la techno music ad un livello superiore.
Riascoltare “I9” fa comprendere a fondo che questa struttura della techno suona fortissima ancora oggi, conservando a pieno la sua potenza, i suoi bassi oscuri, quel nero pulsare fra sintetizzatori ed un calore musicale che sembrava analogico per poi mutare intorno ai tre minuti e continuare ancora più possente e penetrante.
Come afferma lo stesso produttore statunitense questo pezzo era appositamente studiato per penetrare nei cervelli degli ascoltatori e non fare prigionieri, facendosi stra fra i neuroni per non farli più tornare ad essere come prima. Nella seconda traccia, che è un commento audio di Jeff, viene spiegata molto bene la genesi e l’esecuzione tecnica di questa traccia, e anche il processo creativo e di produzione dello storico mix di “Live at Liquid Room”, una pietra miliare della techno mondiale.
Bassi e sintetizzatori che suonano ancora avanti anni luce, un raggio laser che viene dal passato e che ci porta direttamente nel futuro.










