Capita sempre più spesso che, alla domanda “ma tu scrivi per una ‘zine?”, il sottoscritto cerchi di cambiare discorso, primo perché il metal (ed il rock fuori dai circuiti mainstream) per molti è come se non esistesse, poi perché, se provo a spiegare i generi trattati e di conseguenza il metal estremo, trovo un muro di ignoranza invalicabile, soprattutto da parte di chi la musica l’ascolta e storce il naso davanti alla parola death metal, come se fosse un virus incurabile.
Vai a spiegare l’importanza non solo musicale del metal estremo, o la moltitudine di artisti dalla tecnica sopra la media che continua a spargere il seme del genere in tutto il mondo con risultati strabilianti.
Cade a fagiolo così il ritorno sulla scena dei tedeschi Into Darkness, fermi da ben tredici anni e ancora perfettamente in grado di scrivere un lavoro straordinario di death metal brutale, pesantissimo e devastante come Sinister Demise.
Attivo dalla metà degli anni novanta, il gruppo di Heidelberg prima della lunga assenza diede alle stampe due full length, Misfortunal Odes in D Minor uscito nel 1997 e Dysphoria del 2002, poi più nulla fino al ritorno con questo massacro di old school death metal, che guarda alla scena statunitense e a storici act come gli Immolation e gli immensi Malevolent Creation.
Un sound tritatutto, perfettamente bilanciato tra un songwriting ispirato e l’ottima tecnica esecutiva, al servizio di dieci tracce di debordante metallo estremo e maligno, una battaglia negli inferi, come illustrato dalla bellissima copertina.
Tre signori dell’estremo che, tornati più in forma che mai, danno alle stampe un lavoro colmo di ritmiche schiacciasassi, urla belluine, oscuro sound da tregenda e chitarre dinamitarde, per un salto nel death metal suonato oltreoceano nel bel mezzo degli anni novanta.
Un trio che vede un robot tarato a velocità disumane alle pelli (Robert Witzel ), il basso portentoso e pieno, suonato con tecnica invidiabile da Andreas Rigo e l’orco al microfono, che, perdiana, sa suonare anche la chitarra da paura e di nome fa Sebastard.
Sinister Demise è perfetto, sia nella produzione che nell’esecuzione, le songs scivolano via senza stancare e ci ritroviamo, avvolti nel vortice di suoni classici, tremendamente affascinati e curati dalla band, che tra furiosi blast beat, oscuri solos precisi come orologi e rallentamenti pesantissimi e monolitici, hanno creato, per il loro ritorno un lavoro da manuale.
Poco più di mezzora che passa veloce come l’esecuzione del gruppo, Sinister Demise va apprezzato nella sua interezza, per non perdere neanche un secondo del violento tsunami di note estreme che il gruppo riversa su di noi, bentornati Into Darkness.
Tracklist:
1. Intro
2. Left Behind
3. Throne of a Thousand Miseries
4. True Rulers of This World
5. Manifesto
6. Sinister Demise
7. Human Benediction
8. Suspended Insanity
9. Spiritual Remains
10. Suffering a Reality
Line-up:
Sebastard Vocals – Guitars
Robert Witzel – Drums
Andreas Rigo – Bass
1 Comment
SEBASTARD
Posted at 14:23h, 25 OttobreThanks for the great Review!