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Recensione : Inferno – Omniabsence Filled By His Greatness

Gli Inferno si cimentano in una riproposizione del black nella sua forma più disturbante, pregna di oscurità e ricca di passaggi rallentati in odore di psichedelia.

Inferno – Omniabsence Filled By His Greatness

So bene che non sembrerà molto professionale ma, per una volta, ritengo sia più onesto evitare di giocare al “presunto onnisciente” dicendo con chiarezza che dei cechi Inferno non ho mai ascoltato in passato alcuna nota e che, semmai mi fossi già imbattuto in una band con questo monicker, chissà quale sarebbe potuta essere tra tutte quelle che hanno optato per una soluzione invero poco originale.

Detto questo e a maggior ragione, Omniabsence Filled By His Greatness si rivela una delle uscite più inattese nonché più interessanti in ambito black nell’ultimo periodo, soprattutto perché, pur senza tradire le impostazioni classiche del genere, gli Inferno dimostrano di non volersi accontentare di esibire un suono ripiegato all’indietro né di cercare consensi tramite ammiccamenti sinfonici o melodici.
Il combo guidato dal vocalist Adramelech, unico superstite in line-up rispetto agli esordi risalenti al secolo scorso, si cimenta invece in una riproposizione del black nella sua forma più disturbante, pregna di oscurità e ricca di passaggi rallentati in odore di psichedelia.
Al netto dell’intro Pervasion, Omniabsence Filled By His Greatness consta di cinque lunghi brani e, come spesso accade, il meglio si trova ai suoi estremi: la prima vera traccia, The Firstborn From Murke, si avvale di armonie evocative e di un lavoro chitarristico piuttosto pulito per gli standard del genere, oltre a diversi quanto repentini cambi di atmosfera e di ritmo, che rendono il tutto piuttosto lontano dalle esibizioni misantropico – muscolari che spesso ci vengono propinate, mentre la chiusura affidata a Metastasis Of Realistic Visions, si va ad inserire nella nobile scia dei Blut Aus Nord più fruibili, specie nell’ultima parte che regala al lavoro il suo ideale epitaffio sonoro.
Per gli Inferno, quindi, un disco ottimamente suonato, ben prodotto e ricco di contenuti mai troppo scontati, pur restando saldamente all’interno dei solchi che delimitano il genere; decisamente consigliato agli appassionati che vogliono conciliare la ricerca di sonorità alternative con quelle consolidate ormai da oltre un ventennio.

Tracklist:
1. Pervasion
2. The Firstborn from Murke
3. The Funeral of Existence
4. Revelations Through the Void
5. The Vertical Fissure of the Most Distant End
6. Metastasis of Realistic Visions

Line-up:
Adramelech – Vox
Ska-Gul – Guitars
Morion – Guitars
O. – Bass
Sarapis – Drums

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