In White – Heredity

"Heredity" è un discreto omaggio alla sonorità scandinave emerse a cavallo tra vecchio e nuovo millennio.

In White – Heredity

Dalla capitale turca Ankara, seconda città per numero di abitanti dopo Istanbul, sede del governo e delle varie rappresentanze diplomatiche straniere del bellissimo e affascinante paese ai confini con il continente asiatico, arrivano al debutto sulla lunga distanza gli In White.

Heredity è un omaggio, neanche troppo velato, al death scandinavo e sopratutto agli In Flames, band che, alla pari dei Dark Tranquillity, ebbe nella seconda metà degli anni novanta un discreto successo, diventato esponenziale con la sterzata core dei dischi incisi all’alba del nuovo millennio.
“The Jester Race”, “Colony”, “Whoracle”, fino a sfiorare il capolavoro “Clayman”, in certi passaggi (pochi) più moderni, questo lavoro ripercorre in toto l’idea di musica del combo svedese.
Un male? No, perché pur essendo derivativa la band turca la lezione l’ha imparata a dovere, cosicché Heredity risulta un album di death melodico piacevole, con buoni brani, per lo più riusciti e suonati da par loro da tutti i musicisti.
Le due asce (Doruk Baikal e Can Öztürk), come da tradizione del genere, ricamano solos in molti casi riconducibili al metal classico, mentre il vocalist (Anıl Özbek) alterna il growl alle clean vocals come da copione, risultando comunque in entrambi i casi efficace.
Le song scorrono lungo i quaranta minuti di durata del lavoro nella media, con tre o quattro picchi nelle riuscite Descendancy, che apre l’album con un buon death trascinante, uscito di prepotenza dalle session di “The Jester Race”, la title-track, un treno in arrivo sullo stesso binario della traccia precedente, e la doppietta Future Untold e Left Unsaid, la prima un buon passo verso le ritmiche dei primissimi Sentenced (“Amok”), la seconda vicina alle atmosfere dei Katatonia.
Di fatto Heredity possiede tutti i crismi del buon esordio da parte di una band che, auspicando un pizzico di personalità in più nel futuro, ha tutte le carte in regola per regalare ancora del buon metal nelle prossime occasioni.

Tracklist:
1. Descendancy
2. Heredity
3. The Rupture
4. Sacred Orchard
5. Dignity
6. The Pier
7. Future Untold
8. Left Unsaid
9. Colours
10. A Sacred Road
11. Asphalt

Line-up:
Kerem Enhoş – Drums
Doruk Baykal – Guitars
Can Öztürk – Guitars
Anıl Özbek – Vocals

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