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Recensione : The Queen Is Dead Volume 174 – Icon Of Coil, Eisregen, Jesus On Extasy

Icon Of Coil, Eisregen, Jesus On Extasy: Spingendoci nei territori del proibito e dell'oscuro ecco la ebm industrial dei norvegesi Icon Of Coil, poi un disco che torna dalle profondità della censura, e il ritorno din un grande gruppo tedesco di elettronica oscura che sembrava perso per sempre. 

Icon Of Coil, Eisregen, Jesus On Extasy

Spingendoci nei territori del proibito e dell’oscuro ecco la ebm industrial dei norvegesi Icon Of Coil, poi un disco che torna dalle profondità della censura, e il ritorno din un grande gruppo tedesco di elettronica oscura che sembrava perso per sempre. 

ICON OF COIL

La Metropolis Records celebra i venticinque anni di vita di “Serenity of the devil” degli Icon Of Coil ristampandolo in versione rimasterizzata. Il gruppo norvegese fu fondato da Andy LaPlegua, che poi darà vita in seguito ai Combichrist, come progetto solista, poi venne affiancato da  Sebastian Komor nel 1999 and Christian Lund nel 2000. La missione completamente riuscita del gruppo era quella di fare ebm e future pop con un tocco di industrial, un’elettronica che gioca fra luci e tenebre, con molti spunti notevoli e tanta melodia. Già all’epoca i suoni di questo disco erano incredibili, in versione rimasterizzata spiccano ancora di più per precisione e potenza. Il suono di questo disco d’esordio influenzò molti musicisti mettendoli sull’arduo sentiero dell’ebm e del future pop.

La musica degli Icon Of Coil sembra uscita da un futuro che venticinque anni si poteva solo intuire, mentre ora che lo stiamo vivendo è ancora peggio, ma era già tutto qui dentro. Le canzoni di questo disco sono dolci e al contempo terribili, affascinanti e senza pietà, seguendo un percorso che ancora oggi miete i suoi frutti maledetti. L’anno duemila era un’altra era geologica per quanto riguarda l’industria musicale, si misuravano ancora le vendite fisiche e questo disco raggiunse i primi tre posti delle classifiche di musica alternativa in Germania, la stessa classifica vedrà poi il loro disco seguente “The Soul Is In The Software” al primo posto.

Una delle ragioni di questo successo in ambito alternativo è sicuramente la bellezza maledetta di questo disco, ma se si guarda e si ascolta più a fondo si può notare una certa compenetrazione di generi in questo disco, dato che si parte dall’ebm industrial per passare per il futurepop, e proprio il pop è richiamato attraverso melodie azzeccatissime che trasformano le tracce di questo disco in altrettante hits da discoteca oscura, cosa che poi effettivamente saranno.

Ascoltare nuovamente questa pietra miliare dell’elettronica oscura in una veste rinnovata è un ottimo modo per festeggiare i suoi venticinque anni, ed è un disco che scalcia ancora e lo farà per molto tempo ancora.

EISREGEN

La Massacre Records ristampa in due cd “Krebskolonie” dei tedeschi Eisregen, originariamente uscito nel 1998 per Last Episode. Questo disco, oltre ad essere un gran disco di metal estremo con in raggio d’azione molto vasto cha passa per il death metal, il gothic e il black metal ma soprattutto per tanta ironia e cattiveria, fu un’opera che fece molto discutere dato che entrò nella lista dei medi dannosi per i giovani, lista redata dal “Bundeszentrale für Kinder- und Jugendmedienschutz or BzKJ” a causa dei contenuti violenti e misogini di quattro canzoni del disco “Nachtgeburt”, “Krebskolonie”, “Blass-blaue Lippen” e la più discussa di tutte “Futter für die Schweine”. Nel 2003 il gruppo richiese un riesame del bando, ma il disco non uscì dalla lista a causa di “Futter für die Schweine”, che in questa ristampa viene denominata “Futter für die Schweine – Rezept 2025” ed è forse ancora più bella dell’originale.

Certamente le liriche degli Eisregen non sono esenti da contenuti controversi ma riascoltando il disco si capisce molto bene che qui è tutto spinto all’estremo, a partire dalla musica che è una miscela di tanti generi per crearne uno tutto loro, e con il cantato in tedesco hanno incendiato la Germania, rimanendo uno dei gruppi metal più amati in una nazione che ama moltissimo il metal. Il disco è una di quelle opere che vengono spinte a furor di popolo, ma realmente furor di popolo come si poteva fare nel 1998, poi in più rendendolo un’opera proibita il pubblico lo ha cercato maggiormente.

Questo loro secondo disco diventò presto leggenda e in questa veste festeggia il trentennale del gruppo che non ha mai avuto una carriera facile, pur essendo sempre presente nelle classifiche metal tedesche. Ascoltando nuovamente questo disco se ne coglie il grande fascino e la dose di germanicità di questo disco, il suono è composto da molte cose ma soprattutto dallo spirito metal tedesco che è assai differente da quello nordico o da quello mediterraneo, e qui c’è forse il suo miglior esempio.

Musicalmente è un disco assai vivace, livido e furente, con anche ottimi inserti melodici e momenti da birreria davvero notevoli. Il disco è conosciuto per la vicenda della censura, ma risentendolo se ne può cogliere la grande varietà musicale, è un disco davvero potente e divertente, e la sua definizione migliore potrebbe essere metal estremo popolare, perché in tantissimi hanno amato, amano ed ameranno questo disco per ciò, non perché lo hanno censurato. Un grandissimo ritorno della colonia del cancro.

JESUS ON EXTASY

“Between Despair And Disbelief” è il nuovo album dei tedeschi Jesus On Exatsy, ed esce per Metropolis Records. Il ritorno del gruppo tedesco, nato nel 2005 ad Essen per mano di Dorian Deveraux, dopo lo sospensione delle attività a partire dal 2014. Il gruppo durante la sua storia ha vissuto varie vicissitudini, vedendo anche ad un certo punto l’allontanamento del fondatore.

Alla fine Chai e Dorian Deveraux si sono messi d’accordo e nel 2020 sarebbero già dovuti ritornare in attività, ma il covid è arrivato a rompere i progetti. Eccoci dunque arrivati a questo nuovo capitolo che segna la rinascita di un gruppo che nei primi anni duemila era molto lanciato, con il loro dark pop con tanto industrial rock, con una grandissima dose di melodia e capacità di fare canzoni fredde, eleganti e che ti entrano in testa. 

Il suono del gruppo è molto ben bilanciato fra elettronica oscura e industrial con un tocco pop come nella magistrale “Somewhat happy” che può essere considerato un manifesto della capacitò musicale del gruppo. Le loro fondamenta sono composte da un suono che proviene dai Depeche Mode e dai Nine Inche Nails, seppure con una dose maggiore di pop rispetto a questi ultimi. Un altro elemento molto importante sono le derive industrial che assumono spesso le loro canzoni, e sono derive che ci riportano decisamente ai primi anni duemila, se non alla seconda decade degli anni novanta.

I Jesus On Extasy ritornano riprendendo le fila di un discorso che sembra non essersi mai interrotto, e questo disco è forse il migliore della loro discografia, elegante e con suoni molto potenti che permettono il ritorno al centro dell’elettronica oscura per questo gruppo che fa tutto molto bene.

 

 

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