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Recensione : I Venus – Tanz

I Venus - Tanz: I Venus sono quattro ragazzi di Savona che si nascondono dietro pseudonimi ermetici. Hanno alle spalle un ep, Venus In F...

I Venus – Tanz

I Venus sono quattro ragazzi di Savona che si nascondono dietro pseudonimi ermetici. Hanno alle spalle un ep, Venus In Furs, ben accolto dalla critica (anche se ancora molto acerbo), la vittoria delle selezioni regionali di Italia Wave 2010 e un intenso tour nel Nord Italia (in cui hanno suonato con Diaframma, Tarm, Aim, Pan Del Diavolo, Criminal Jockers, ecc…) Ora, con la giusta dose di esperienza sulle spalle, debuttano sulla lunga distanza con Tanz!, nove pezzi tesi ed energici, in bilico tra rock alternativo e trapianti elettro-dance.

Ad aprire ci pensa la decisa e ostinata Il Prologo, con le sue strofe nervose, i ritornelli esplosivi e le ritmiche precise e ben inquadrate. Ad essa, segue l’altrettanto energica La Verde Atomica, forte come un pugno diretto allo stomaco (per quanto riguarda la musica) e raffinata e colta per quanto riguarda il testo (scritto da Sergio O’Grady Freccero, membro del collettivo underground Tredinotte). A dare il colpo definitivo è però Piovra, incredibilmente diretta, sorretta da tastiere incisive, strofe iper-ossessive, un ritornello incredibilmente d’impatto e un’amore sofferto come tema. Nema Problema, già presente nel precedente ep, tremendamente orecchiabile e già famosa per il suo cuore elettro-dance, lascia spazio a Nella Voragine (anch’essa ripresa dall’ep Venus In Furs), interessante per la sua melodia a discendere (come se si cadesse veramente in una voragine). Nous N’Avons Plus D’Amour, decisamente danzereccia, trascina dentro anche MGZ (alla voce) mentre Ahinoi!, invece, più cupa e malinconica, ci avvolge con la sua dolce melodia e i ritornelli dannatamente rabbiosi. Olga, estremamente allucinata (forse il pezzo più duro del disco), propone melodie più ostiche, psicotiche, ma decisamente d’effetto. Infine, la conclusione, affidata a L’Epilogo, è introversa, malinconica, evocativa, grazie anche al violino di Fabio Biale (Zibba & Almalibre, iLuf) che disegna la melodia, soprattutto nella sua coda strumentale.

E’ innegabile, è un disco che convince. Le canzoni ci sono, sono corpose, convincenti e dannatamente orecchiabili. I testi, intrisi di malinconia, rabbia, frustrazione ed energia, superano la prova, con il loro sapore vagamente decadente. L’operazione di incrociare rock ed elettronica (in particolare sonorità elettro-dance anni ’90, ma anche i Subsonica con i Muse e l’ampio universo rock alternativo italiano) riesce, senza che mai si cada nel banale o nel misero commerciale. Nel complesso il disco piace e convince. Merita di essere ascoltato.


TRACKLIST:
01. Il Prologo
02. La Verde Atomica
03. Piovra
04. Nema Problema
05. Nella Voragine
06. Nous N’Avons Plus D’Amour
07. Ahinoi!
08. Olga
09. L’Epilogo

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