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Recensione : Havah / His Electro Blue Voice – Split

La carne al fuoco non è poca

Havah / His Electro Blue Voice – Split

Jonathan Clancy, messa su l’etichetta Maple Death Records, affida il compito di aprire il catalogo allo split fra Havah e His Electro Blue Voice. Il disco, pubblicato in vinile e suddiviso in cinque brevi brani di Havah (aka Michele Camorani, già Raein e La Quiete) e un unico e lungo percorso sonoro degli His Electro Blue Voice (formazione lombarda con dalla loro il fatto di essere usciti per Sub Pop Records), scorre senza intoppi di alcun tipo, concentrandosi su fredde sonorità post punk/new wave/noise.

Il lato di Havah parte con la chitarra incombente di Organizzare L’Odio (a cui si abbina un cantato/parlato piuttosto inespressivo e alienato), lasciando che a seguire siano il più veloce e spigliato sfrecciare di Volto e il coinvolgente colpire allo stomaco della funerea Meno Di Metà.
Gelo, invece, giocata su sonorità più calde e distese, sviluppa morbidi stati di malinconia, contrapponendosi al freddo soffiare di synth e drum machine di Neve, Ovest.
Il lato degli His Electro Blue Voice, invece, completamente occupato da Tartlas, propone un ampia tempesta sonora fatta di chitarre affilate, ritmo ossessivamente inarrestabile ed esplosioni noise difficili da delimitare e contenere.

Con questo primo lavoro la Maple Death Records mette ben in chiaro di avere intenzioni serie e di non volersi accontentare del solo mercato discografico italiano. Lo split tra Havah e His Electro Blue Voice, gustoso e scuro come ci si aspetterebbe, inizia e finisce in un baleno. Forse ci si sarebbe aspettati qualcosa di più da Havah (in termini di minutaggio), ma, per quanto proposto in generale, la carne al fuoco non è comunque poca. Un ottimo disco.

Tracklist:
Havah
01. Organizzare L’Odio
02. Volto
03. Meno Di Metà
04. Gelo
05. Neve, Ovest

His Electro Blue Voice
06. Tartlas

HAVAH – Facebook
HIS ELECTRO BLUE VOICE – Facebook

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