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Recensione : Hands Of Orlac – I Figli Del Crepuscolo

Sonorità che probabilmente non daranno agli Hands Of Orlac la fama, ma che sicuramente arricchiranno gli appassionati di metal dalle radici ben salde nell’ultimo trentennio del secolo scorso.

Band nata e sviluppatasi a Roma, a seguito del trasferimento in Svezia nel 2012 da parte dei membri fondatori The Sorceress e The Templar, gli Hands Of Orlac oggi non si possono più definire a pieno titolo una realtà italiana, tanto più che gli altri tre musicisti in line-up provengono appunto dalla nazione scandinava.

In effetti questo è solo un dettaglio statistico, perché ciò che realmente importa è la qualità della musica composta e suonata da un gruppo che, con quest’ultimo album, sviluppa ulteriormente il proprio occult-heavy doom innalzandolo fino ad un livello di assoluta eccellenza.
Anche se la particolare voce della “sacerdotessa” The Sorceress potrebbe indurre istintivamente ad incasellare gli Hands Of Orlac nel segmento stilistico comprendente Blood Ceremony, The Wounded Kings o, addirittura, Jex Thoth, in realtà aspetti peculiari quali un uso molto particolare del flauto ed un immaginario riconducibile, invece, a film e sceneggiati degli anni ‘60 dalla matrice horror (come l’omonima pellicola dalla quale traggono il monicker), rendono indubbiamente questo tipo proposta per nulla derivativa.
Se la base del sound, come detto, è il doom, non mancano riferimenti alla scuola prog italiana e neppure diversi slanci che mostrano una certa devozione nei confronti dell’heavy metal più classico (emblematico il finale di A Ghost Story) a testimoniare una certa versatilità, pur contenuta nell’alveo dei sottogeneri citati.
I Figli Del Crepuscolo, album che, nonostante il titolo, è cantato interamente in inglese concedendo le uniche parti in italiano ai samples tratti da spezzoni di film d’epoca, vive molto più di suggestioni che di mera esibizione di tecnica, così come il genere suonato richiede; The Sorceress guida il rituale sia con la sua voce evocativa sia con il flauto che conferisce ulteriormente un sapore antico a brani che, pur non essendo troppo diretti, conquistano piuttosto velocemente l’attenzione, mentre la chitarra solista si erge sovente a protagonista grazie ad assoli lineari ma di indubbia efficacia.
Da Last Fatal Drop fino a Mill of the Stone Women, peraltro a mio parere anche i due episodi migliori del lotto, è tutto un susseguirsi di brani che si collocano agli antipodi di qualsiasi tentazione modernista, resi credibili da una competenza ed una genuinità fuori discussone nel proporre sonorità che probabilmente non regaleranno agli Hands Of Orlac la fama ma che, sicuramente, arricchiranno gli appassionati di metal dalle radici ben salde nell’ultimo trentennio del secolo scorso.

Tracklist:
1 – I figli del crepuscolo
2 – Last Fatal Drop
3 – Burning
4 – A Coin in the Heart
5 – Noctua
6 – A Ghost Story
7 – Mill of the Stone Women

Line-up:
The Sorceress – voce, flauto
The Puritan – chitarra
Alex Moraitis – chitarra
The Templar – basso
The Clairvoyant – batteria

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