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Recensione : Gli Alberi – Reinhold

Ottimo ritorno discografico per i torinesi Gli Alberi, un gruppo che coniuga metal, arte e temi molto interessanti. La salita e la discesa del monte pakistano Nanga Parbat di Reinhold e Gunther Messner nel 1970.

Ottimo ritorno discografico per i torinesi Gli Alberi, un gruppo che coniuga metal, arte e temi molto interessanti. Il disco autoprodotto segue un ep del 2015 “River god”, il debutto sulla lunga distanza “The glimpse” del 2017 e due singoli “Kayo” e “Kore wa nan desu ka” entrambi del 2020.

Gli Alberi sono uno dei progetti più interessanti e al di fuori delle comuni rotte che abbiamo in Italia e questo disco in maniera meravigliosa un’avventura drammatica ed ormai entrata nella leggenda : la salita e la discesa del monte pakistano Nanga Parbat di Reinhold e Gunther Messner nel 1970.

Gli Alberi attraverso un black metal differente, un qualcosa fa l’atmospheric con un respiro ancora più ampio del solito, e un qualcosa di vicino ad un metal melodico e senza confini, raccontano in maniera sublime con bellissimi test in italiano la salita e la discesa dal nono monte più alto del mondo. Questo avvenimento è uno dei più controversi della storia dell’alpinismo e a sommi capi si può riassumere così . Il 27 giugno 1970 i due fratelli di Bressanone in Alto Adige, Reinhold e Gunther Messner vengono invitati da una spedizione austriaca alla scalata del Nanga Parbat, l’obiettivo è quello di aprire la prima via sulla parete Rupal del Nanga Parbat, con metodo classico (attacco prolungato, posa di corde fisse) ma senza ossigeno.

Il piano originale prevede che l’attacco finale alla vetta venga portato dal solo Reinhold, ma questi viene raggiunto lungo il percorso da Günther.il 27 gennaio 1970 i due fratelli raggiungono la vetta in condizioni pessime, senza acqua né viveri, come narrato benissimo nella traccia “Noialtri” interpretata da Narratore Urbano della scena indie torinese, forse la più bella e terribile del disco, sicuramente quella che parla in maniera più estesa del rapporto fra i due fratelli. Inizia quindi una lenta e penosa discesa dalla parete Diamir, considerata più facile rispetto alla Rupal.

Ad un certo punto una valanga travolge Gunther, Rheinold lo cerca per tre giorni, perdendo alcune dita per congelamento, scendendo a valle poi salvato dalla popolazione locale. Fin da subito ci furono terribili polemiche, soprattutto dagli altri membri della spedizione, con accuse verso Reinhold di aver lasciato morire Gunther per la propria gloria, senza aiutarlo. Nel 2010 venero ritrovati dei resti di Gunther in una posizione geografica che avvalorava il racconto di Rheinold mettendo fine alla polemiche. Nel 2022 è stato ritrovato anche il secondo scarpone di Gunther, poco più a valle del ritrovamento delle ossa.

Il disco racconta in maniera quasi ipnotica tutti questi avvenimenti e anche oltre gli stessi, parlando anche di un avvistamento dell’uomo delle montagne in “Sindrome del terzo uomo”, usando un metal moderno e al contempo antico che va a toccare corde ataviche della nostra anima, in un vortice di immagini e di sentimenti assai forte e potente. La voce femminile di Arianna Prette si amalgama benissimo con il resto del gruppo come ad esempio nella commovente “Aspettami”, la canzone che parla della morte di Gunther in una maniera davvero drammatica e anche in un certo qual senso con uno stile vicino al teatro drammatico dell’antica Grecia, con un coro a più voci che recita.

Il disco ha una varietà musicale che denota un talento compositivo e un ricerca sonora davvero notevole, e come risultato tutto ciò porta ad un disco che vive di luce e tenebra, raccontando una vicenda nella quale troviamo tantissime cose proprie dell’umanità : la storia di due fratelli, la ricerca della gloria del superamento dei propri limiti e dello strappare lembi dalla veste di Dio come dicono in un testo. Canzoni come “Hiems” vanno oltre i generi, e sebbene Gli Alberi siano etichettati, a ragione o a torto, come un gruppo metal la verità è che sono un gruppo che fa musica senza etichette, musica meravigliosamente oscura, musica ricchissima e di assoluto talento.

La vicenda dei due fratelli Messner è narrata benissimo, ci sono momenti in cui siamo con loro in mezzo alla bufera, la tempesta che li ha avvolti e che li avvolgerà per sempre, mentre inseguivano i loro sogni e la loro dannazione su uno dei più crudeli palcoscenici del mondo, quel Nanga Parbat che così tante vite ha reclamato e che tante ne ha nutrite.

La storia dei due fratelli Messner Uno dei migliori lavori dell’ underground italiano degli ultimi cinque anni.

Gli Alberi – Reinhold

Nanga Parbat I
Babele
La Danza Pallida
Noialtri
Sulla Vetta
Aspettami
Sindrome Del Terzo Uomo
Hiems
Vuoto Alle Spalle
Nanga Parbat II

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