iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Giorgio Rovati – It’s Time

Rovati è un ottimo chitarrista ed un buon songwriter, la sua musica è creata per farsi ascoltare ed il limitato minutaggio aiuta non poco l'ascoltatore a far suo tutto l'album senza fatica alcuna.

Giorgio Rovati – It’s Time

Primo disco solista per il chitarrista Giorgio Rovati dei Centrica, band prog metal che nel 2008 esordì per la nota etichetta francese Musea Records, specializzata in progressive.

L’amore del musicista per il genere sta tutto in questo It’s Time, album che possiede non pochi rimandi al metal, composto da un lotto di brani di agevole ascolto anche per chi non è avvezzo alle opere interamente strumentali.
Rovati è un ottimo chitarrista e un buon songwriter, la sua musica è creata per farsi ascoltare e non nasce come mero esercizio di stile; inoltre, il limitato minutaggio (poco meno di quaranta minuti) aiuta non poco l’ascoltatore a far suo tutto l’album senza fatica alcuna.
Melodia e potenza, eleganza e grinta da vendere, sono le peculiarità del musicista che, aiutato da una sezione ritmica esplosiva (Riccardo Merlini al drumkit e Alberto Rigoni dei Twinspirit, che si alterna al basso con Mauro Cattellani e Carlo Rubini) confeziona otto tracce di prog-rock/metal.
Bellissima l’accoppiata Trust Yourself e Hopes And Fears, che apre alla grande il disco con ritmiche grasse ed una vena metal prog alla Dream Theater, mentre The Garden Of Love è più progressive, ricca di melodie, con la chitarra di Rovati che ci delizia tra elettrico e acustico.
Con 12:00 si torna a viaggiare su terreni duri e dal mood moderno e l’album fila via in un battibaleno, lasciando che l’eclettismo nel songwriting di Rovati faccia il bello e cattivo tempo, con un sound che varia anche all’interno della stessa canzone.
Scorrono così Peaceful Place, la potente e martellante Bulldozer, la variegata e progressiva Seven (dove le tastiere di Marco Zago richiamano non poco il maestro Wakeman) e l’inaspettata cover dei Nickelback, When We Stand Togheter.
In conclusione un ottimo album adatto a tutti i palati e non solo a chi va alla ricerca di tecnicismi: Giorgio Rovati si dimostra all’altezza della situazione, sia per la bravura strumentale sia per l’essere stato in grado di scrivere brani dall’ottimo appeal.

Tracklist:
1.Trust Yourself
2.Hopes and Fears
3.The Garden of Love
4.12:00
5.Peaceful Place
6.Bulldozer
7.Seven
8.When We Stand Togheter

Line-up:
Giorgio Rovati – chitarra
Riccardo Merlini – batteria
Alberto Rigoni – basso
Mauro Catellani – basso (in “Trust Yourself”)
Carlo Rubini – basso (in “When We Stand Togheter”)
Andrea Pavanello- tastiera (in “The Garden of Love”)
Marco Zago – tastiera (in “Seven”)

GIORGIO ROVATI

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta