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Recensione : Ghost Skeletá

Ghost Skeletá: Affascinante barocco pop e hard rock per un fenomeno mondiale che non accenna a diminuire, sarà per il patto con il caprone ?

Sesto disco in studio per gli svedesi Ghost intitolato “Skeletá”, in uscita il venticinque aprile per Loma Vista Recordings. Dopo “Phantomime” del 2023, disco che li ha definitivamente consacrati come una delle migliori rock band del pianeta, con palazzetti, stadi e teatri gremiti in ogni dove, grazie ad un pubblico molto trasversale, i Ghost cambiano parzialmente rotta, dandosi ad un maggiore intimismo ed ad un rock più personale. Innanzitutto il diabolus ex machina del gruppo, alias Tobias Forge ha annunciato la quinta versione del Papa, ovvero Papa Perpetua V, che si differenzia dai precedenti.

Il cambio di rotta verso una dimensione più riflessiva e personale si nota già dalla copertina di Zbigniew Bielak che è parte integrante del percorso del gruppo, e qui si vede un Papa Perpetua V in quello che pare un sarcofago, con due paesaggi bucolici e arcadici con segni da interpretare come al solito nelle loro copertine. Si parte subito con un trittico di canzoni che sono anche i nuovi singoli, “Peacefield”; “Lachryma” e “Satanized” che mettono subito che siamo nei paraggi dei precedenti dischi, continuando ad esplorare la vena anni ottanta e glam rock del gruppo, con tanto hard rock e meno pezzi veloci rispetto agli altri dischi. I Ghost mutano ad ogni disco aggiungendo o togliendo qualcosa al loro suono, la qualità è decisamente buona, il tutto è curato molto bene e regge ancora benissimo l’impatto con i dischi migliori del gruppo.

Non si può parlare di scadimento o di battuta a vuoto per questo disco, e questo per svariati motivi, fra i quali il fatto che la musica del disco è molto buona, e che il percorso dei Ghost non deve essere giudicato per la musica, per i concerti o per i dischi, ma nella sua totalità e nella sua complessità. Questo gruppo che gioca molto sul suo satanismo vero o presunto, fa musica pop rock di alta qualità, riportando stadi e palazzetti allo splendore dell’hard rock, in modo niente affatto anacronistico. In un’epoca nei quali vige la dittatura del digitale i Ghost vendono vagonate di vinili colorati in mille modi differenti, portano avanti veri e propri rituali dove ci son anche finezze da iniziati e l’esoterismo è ovunque, e non è proprio solo pacchiano, anzi.

I Ghost sono un fenomeno unico nel panorama mondiale della musica e non solo, e si può capire qualcosa su di loro solo se si ascoltano bene in dischi. In “Skeletá, che in greco antico significa “le cose appassite”, le canzoni sono curate nel minimo dettaglio, c’è un cura sul particolare che porta i Ghost al limite del manierismo. Ascoltando questo lavoro e ponendolo a confronto con le loro altre opere si può affermare che le canzoni si assomigliano tutte, ma se si ascolta bene una traccia come “Missilia amori” di questo lavoro, e si cita questa solo come esempio, si nota quanta cura ci sia, come arrivi una variazione melodica al momento giusto, o come il basso cadenzi in un certo momento.

Certamente in questo ultimo lavoro manca il satanismo più manifesto, ci sono momenti più intimi ma sempre a sud del paradiso, come “Umbra” che conferma come si riesca a trovare sempre la melodia giusta, il bridge che funziona. Dopo l’esordio maggiormente underground e con qualcosa di doom, i Ghost sono diventati gli unici eredi di un pop che parte dagli Abba, passa per i Queen e i Def Leppard per arrivare ai giorni nostri, con un disco che parla di cose vecchie ma è molto attuale e potente. Non è mai facile per i Ghost fare dei dischi, dato che il loro pubblico è abbastanza acritico ma il resto del mondo li aspetta sempre al varco, e loro puntualmente non sbagliano.

Disco pieno di particolari, di momenti unici, di ritornelli studiati benissimo di pop, di rock e di hard rock che funzioneranno perfettamente nei loro concerti, la specialità della casa. Sulla grande distanza “Skeletá” non si discosta dagli altri dischi della loro produzione, anche perché tutte le loro produzioni hanno un’organicità che va considerata, ed è un disco diverso rispetto a quelli precedenti, perché forse non ha le grosse hits come “Impera” e “Meliora”, ma è molto coeso e piacevolissimo da ascoltare, con diverse ballate, che fare una ballata oggi è l’atto più hard rock che si possa fare, perché è davvero qualcosa di un’altra epoca. Sarebbe facile dire che siamo leggermente al di sotto della loro solita qualità, ma la qualità è sempre molto alta, siamo solo in una differente zona del pianeta Ghost, e anche questa è da esplorare tutta e a fondo.Insomma anche a questo giro, si sente e si risente il disco.

Ghost Skeletá

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Tracklist

1. PEACEFIELD
2. LACHRYMA
3. SATANIZED
4. GUIDING LIGHTS
5. DE PROFUNDIS BOREALIS
6. CENOTAPH
7. MISSILIA AMORI
8. MAKRS OF THE EVIL ONE
9. UMBRA
10. EXCELSIS

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