I Forklift Elevator sono una metal band di Padova e Borderline è il loro primo lavoro, autoprodotto; hanno appena trovato un accordo per la promozione con la Atomic Stuff e si preparano a conquistare i palchi italici con il loro metal esplosivo, composto da una marea di influenze sparse negli ultimi vent’anni (e anche più) di quella che è la nostra musica preferita.
Fondati nel 2009 e superati i soliti problemi di line up che attanagliano gran parte delle band alle prime armi, nel 2012 trovano stabilità intorno alla coppia Mirco Maniero (chitarra) e Enrico Martin (voce), a cui si aggiungono Andrea Segato (batteria), Stefano Segato (chitarra solista e voce) e Marco Daga (basso).
Arriva il nuovo anno e per la band è tempo di esordio sul mercato discografico con questo ottimo Borderline, album metallico come non mai, tra attitudine rock’n’roll, energia a profusione e colmo di molteplici riferimenti ce lo rendono vario e godibile dal primo all’ultimo brano.
Metal moderno, hard rock ipervitaminizzato e stradaiolo, ritmiche che passano da bombardamenti panterizzati a velocissime cavalcate al limite del thrash, sono gli ingredienti che compongono un album che, nel suo insieme, risulta originale, lasciando all’ascoltatore il compito di scoprire, nei solchi delle canzoni, quale sia l’ispirazione che man mano esce allo scoperto.
Misery parte alla grande con le sue ritmiche thrash/punk, Blackout e The Skin sterzano verso il metal più moderno, squarciate da solos graffianti, ma alla quarta traccia quella che sembrava solo una somiglianza della voce di Enrico Martin con quella di Zakk Wylde, diventa qualcosa di più.
Overload è una sporca e bellissima ballad sudista, i Black Label Society così come il progetto Pride And Glory escono prepotentemente dalle note della canzone, poi come per incanto ecco che la seguente Damn Bug amalgama metal scandinavo (qui invece la voce ricorda non poco Ville Laihiala dei Sentenced) e modern metal.
Arey è una semiballad dal taglio classico, Cathedral ritorna tra le trincee del modern metal colmo di groove, molto Pantera nel refrain, mentre The Fog e Dream Reaper chiudono l’album tra tra ritmiche alcooliche devastanti, in una tempesta di suoni metal e impatto da carro armato.
Bella sorpresa, una raccolta di brani che live faranno sfracelli e, in generale, un album adatto ai fan del metal diretto, sporco, ignorante e distruttivo. Promossi a pieni voti.
Tracklist:
1. Intro
2. Misery
3. Blackout
4. The Skin
5. Overload
6. Damn Bug
7. Struggle Of Life
8. Arey
9. Cathedral
10. The Fog
11. Dream Reaper
Line-up:
Enrico M. Martin – Voce
Stefano Segato – Chitarra solista, Backing Vocals
Mirco Maniero – Chitarra ritmica
Marco Daga – Basso
Andrea Segato – Batteria