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Recensione : Exitium Sui – Endless

Il funeral doom offerto in questo frangente dagli Exitium Sui attinge al meglio del sottogenere espresso nella sua veste più atmosferica, rivaleggiando in qualità con campioni indiscussi del settore come Déhà con i suoi Slow e Ryan Wilson con i The Howling Void.

Exitium Sui – Endless

Dopo due ep e un full length di notevole fattura come Ad Personam, tutti usciti nel 2020 e connotati da un’anima prettamente black doom, Chris Gebauer torna a proporre nuova musica con il suo progetto solista Exitium Sui; Endless è ancora una volta un ep, anche se di durata piuttosto corposa, con cui il musicista australiano (ma da qualche anno con sede in Germania, dove fa parte degli ottimi Lebenssucht guidati dalla moglie Anette Hanzu) sposta le coordinate sonore verso il funeral doom atmosferico.

Chris dimostra d’essere un’artista poliedrico scegliendo di cimentarsi su un terreno diverso dal black metal dalle tendenze depressive che è sempre stato alla base delle altre band che lo vedono coinvolto (Deadspace, Humanitas Error Est, I Am All Wounds) per approdare a quello che probabilmente è il punto più alto finora raggiunto; il funeral doom offerto in questo frangente attinge al meglio del sottogenere espresso nella sua veste più atmosferica, rivaleggiando in qualità con campioni indiscussi del settore come Déhà con i suoi Slow e Ryan Wilson con i The Howling Void.

Il raffronto con queste due realtà non appare affatto azzardato e ciò fa intuire quale sia il valore di quest’opera che, ribadisco, benché sia considerata un ep consta comunque di cinque lunghe tracce, tutte eccellenti e capaci di raggiungere vette di lacerante intensità emotiva. Gebauer fa tutto da solo (al netto di un paio di ospiti alla voce) e lo fa nel migliore dei modi, specialmente in due brani magnifici come Despondent (a tratti prossimo agli imprescindibili Ea) ed Escape, senza che la restante parte della tracklist sia di fatto inferiore.

Endless si rivela una delle migliori prove ascoltate quest’anno in ambito funeral ed è piacevole ripetersi, visto che non più di una settimana fa mi sono trovato ad affermare le stesse cose riguardo all’ultimo album dei Convocation.

2023 – Autoproduzione

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