Nel campo del symphonic metal si è già detto tutto o quasi ed è normale che, in un genere alquanto sfruttato da centinaia di band in ogni parte del globo, trovare spunti di originalità risulti praticamente impossibile; ecco allora che diventano importanti altre sfumature, dettagli che fanno di un album derivativo una buona occasione per ascoltare musica che piace, aldilà del fatto che la band sia storica o meno.
Personalmente, negli ultimi tempi ho trovato i lavori dei gruppi più famosi un po’ forzati, mentre, pur con tutti i richiami del caso ad opere di successo, le giovani band che si affacciano sul mercato hanno insite quella fame e quella freschezza che danno un quid in più alle proprie opere.
Prendendo per esempio questo Whatever Happens dei francesi Evolvent ci si può imbattere in un symphonic gothic metal di maniera, ma composto da ottimi brani che, senza raggiungere picchi clamorosi, può sicuramente rivelarsi un ottimo ascolto per gli amanti di tali sonorità.
La band parigina, nata nel lontano 2004, è al secondo lavoro sulla lunga distanza, inframmezzato da due mini cd (“Spiritual Confession” del 2008 e “Human Instinct” del 2014) che in qualche modo hanno fatto da apripista per “Delusion”, primo album del 2011 e questo secondo lavoro .
La voce femminile spadroneggia su tutti i brani, con tonalità da soprano come da copione, ed Emma Elvaston si mostra così ottima interprete delle digressioni sinfoniche del gruppo, che si muove nei confini tracciati dalle band nordiche, storiche protagoniste di un genere che continua a mietere vittime tra gli appassionati più orientati a melodie dalle tinte oscure; gli spunti orchestrali, a tratti elettronici, creano brani che scivolano sul letto di un fiume coperto di petali, dove il metal galleggia sopito in un dolce sonno gotico e attraversa foreste ricoperte di un lieve strato operistico.
Gli Evolvent mantengono il sound su coordinate mai troppo spinte ma eleganti, non troppo bombastici come va di moda di questi tempi, ma dolci melodie che si inaspriscono quando è la sei corde a prendere il comando delle operazioni, per quasi tutto il lavoro in mano ai tasti d’avorio, ottimi inserti pianistici che accompagnano la cantante in questa sognante passeggiata nel gothic sound.
Molto belle Love Doesn’t Love Me, Over Seasons & Time, la più Nightwish del lotto, e la title track, esempi di come in Whatever Happens la materia venga trattata con raffinato talento (dote che nei parigini è innata), consentendo che le influenze escano allo scoperto senza lasciare per forza un alone di già sentito.
Buon secondo lavoro, dunque, che merita un ascolto da parte degli appassionati di queste sonorità.
Tracklist:
1. Dawn
2. Win or Die
3. Hurricane
4. Love Doesn’t Love Me
5. Our Fate
6. We Are
7. Over Seasons & Time
8. Embrace
9. Whatever Happens
10. Siempre
Line-up:
Sébastien Latour – Keyboards, Piano
Emma Elvaston – Vocals (female)
Clément Botz – Guitars
Fred Artale – Drums
Matthieu Gimenez – Bass