iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Eryn Non Dae – Meliora

Gli Eryn Non Dae sono una band già abbastanza esperta, e lo si percepisce chiaramente, ciò non toglie però che vi siano ancora abbondanti margini per focalizzare ulteriormente un sound che, talvolta, tende ancora ad essere un po’ dispersivo.

Eryn Non Dae – Meliora

Gli Eryn Non Dae già dal monicker si preannunciano di non facile decrittazione; in effetti, per una band dal suono così intricato ed evoluto la scelta iniziale del nome (END) poteva sembrare un po’ banale, anche se d’altra parte ben rappresentava quella fine verso la quale più o meno lentamente e consapevolmente ognuno si avvia.

Dopo l‘esordio con la denominazione originaria nel 2005, la band francese riuscì ad accaparrarsi un prestigioso contratto con la Metal Blade con la quale fece uscire il primo full-length “Hydra Lernaia”: nonostante i buoni riscontri di critica ottenuti, per questo loro nuovo lavoro intitolato Meliora, i nostri si sono dovuti accasare presso una nuova label, la M & O Records, più piccola e probabilmente più adatta al tipo di musica offerto dai nostri e al target di pubblico da raggiungere.
Già, perchè gli Eryn Non Dae propongono una miscela di post-metal-hardcore, progressive death di difficile catalogazione quanto suggestiva, chiaramente rivolta ad una fascia di ascoltatori ristretta e selezionata.
Se con le coordinate stilistiche appena citate, i nomi che che vengono in mente sono sempre i soliti (Neuroris, Meshuggah, Gojira, Mastodon, Tool ecc.) un più valido e recente termine di paragone per i transalpini sono i nostri Nero Di Marte, con i quali hanno peraltro condiviso il palco in una recente data italiana; rispetto alla band bolognese il suono è forse ancora più claustrofobico ma il senso di alienazione che viene evocato è pressappoco lo stesso.
E analoghe sono le modalità di fruizione di un lavoro di questo genere, per il quale la suddivisione in brani appare più funzionale all’individuazione di un momento specifico del disco che non quella di delimitare degli episodi a se stanti (anche se, dovendo scegliere, Muto e Black Obsidian Pyre si distinguono sul resto del lotto).
Ottima tecnica, voci che alternano con disinvoltura growl, screaming e sporadici passaggi puliti, sfuriate di rara intensità controbilanciate da inquietanti momenti di calma apparente: in Meliora c’è tutto ciò che serve per non restare delusi; il limite maggiore di quest’album, che poi è lo stesso insito nel genere musicale, è quello di risultare appetibile solo per chi è già avvezzo a queste sonorità, ergendosi invece come un sorta di muro di incomunicabilità nei confronti di chi è abituato ad ascolti ben più lineari.
Gli Eryn Non Dae sono una band già abbastanza esperta, e lo si percepisce chiaramente, ciò non toglie però che vi siano ancora abbondanti margini per focalizzare ulteriormente un sound che, talvolta, tende ancora ad essere un po’ dispersivo. Da ascoltare e godersi comunque dal primo all’ultimo minuto.

Tracklist:
1. Chrysalis
2. The Great Downfall
3. Scarlet Rising
4. Ignitus
5. Muto
6. Black Obsidian Pyre
7. Hidden Lotus

Line-up:
Mickaël André – Bass
Julien Rufié – Drums
Yann Servanin – Guitars
Franck Quintin – Guitars, Backing Vocals
Mathieu Nogues – Vocals

ERYN NON DAE – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.