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Recensione : Ephel Duath – Hemmed By Light, Shaped By Darkness

La musica degli Ephel Duath è un metal ultra-tecnico, sperimentale al punto d’essere accostabile al jazz a livello di attitudine, con diversi tratti in grado di richiamare alla memoria le più cervellotiche intuizioni frippiane e che si concede rarissimi momenti nei quali viene lasciato spazio ad una qualche melodia capace di imprimersi a lungo nella mente.

Ephel Duath – Hemmed By Light, Shaped By Darkness

Hemmed by Light, Shaped by Darkness rappresenta il ritorno al full-length dopo cinque anni per gli Ephel Duath ed è innegabile che, rispetto a quel lavoro, intitolato “Through My Dog’s Eyes”, le cose sono cambiate non poco.

La prima novità è riscontrabile dal punto di vista logistico, dato che Davide Tiso, da sempre titolare di questo progetto che ha alle spalle ormai quindici anni di vita, si è stabilito in pianta stabile negli Stati Uniti dove fa coppia, non solo dal punto di vista artistico, con la nota vocalist estrema Karyn Crisis.
Proprio la presenza di quest’ultima, con il suo particolare growl, aveva già prodotto i suoi primi effetti nel recente Ep “On Death and Cosmos”, che in in venti minuti scarsi mostrava quale fosse il nuovo corso musicale degli Ephel Duath.
Questo nuovo lavoro su lunga distanza conferma quanto di buono era emerso in quell’occasione ma, nel contempo, anche le oggettive difficoltà che può trovare l’ascoltatore medio nel fruire in maniera soddisfacente delle sonorità proposte da Davide Tiso.
La musica degli Ephel Duath è un metal ultra-tecnico, sperimentale al punto d’essere accostabile al jazz a livello di attitudine, con diversi tratti in grado di richiamare alla memoria le più cervellotiche intuizioni frippiane e che si concede rarissimi momenti nei quali viene lasciato spazio ad una qualche melodia capace di imprimersi a lungo nella mente.
Se vogliamo, Hemmed by Light, Shaped by Darkness vive di contrasti e delle sensazioni opposte in grado di provocare, la prima delle quali è la voce di Karyn che, andando a caricare ulteriormente un quadro musicale sufficientemente ostico, può risultare allo stesso tempo coinvolgente o insostenibile; la seconda è invece la natura stessa del songrwriting, encomiabile per coraggio, capacità tecniche e voglia di sperimentare sonorità dissonanti ma che ad alcuni, invece, potrà apparire solo un’accozzaglia di suoni presuntuosamente fini a se stessi.
In questo ipotetico gioco della parti io mi schiero senza indugi a favore dell’operato di Davide e Karyn, benché il genere proposto non sia esattamente tra i miei preferiti: è innegabile infatti che il lavoro chitarristico del musicista italiano sia intricato quanto impeccabile e avvincente, se a questo aggiungiamo il chirurgico drumming di Marco Minnemann otteniamo un contesto inattaccabile anche dal punto di vista della tecnica esecutiva.
E’ altrettanto vero però che, su una distanza più breve come quella di un Ep, gli Ephel Duath non rischiano di congestionare l’ascolto, come accade talvolta negli oltre cinquanta minuti di durata, e forse il ricorso a qualche apertura melodica in più, sulla falsariga di Within This Soil, quando Davide Tiso si lascia andare ad un azzeccato assolo, favorirebbe lo scorrimento di un lavoro assolutamente pregevole, quanto riservato ad una fascia di appassionati decisamente “open-minded”.

Tracklist:
1. Feathers Under My Skin
2. Tracing the Path of Blood
3. When Mind Escapes Flesh
4. Within This Soil
5. Those Gates to Nothing
6. Through Flames I Shield
7. Hemmed by Light
8. Shaped by Darkness

Line-up :
Davide Tiso – Guitars, Bass, Keyboards, Vocals
Marco Minnemann – Drums
Karyn Crisis – Vocals
Bryan Beller – Bass

EPHEL DUATH – Facebook

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