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Recensione : Duality – Elektron

Un album riuscito che offre sicuramente all'ascoltatore la piacevole sensazione di essere al cospetto di un gruppo sopra la media

Duality – Elektron

Death metal, jazz e musica classica, unita ad un buon spirito progressivo: Elektron, primo lavoro di questa band italiana, si può certamente spiegare in così poche parole.

Nati nell’ormai lontano 2002 i Duality arrivano solo ora al primo lavoro sulla lunga distanza, nella loro discografia compaiono solo due mini cd. il primo demo uscito più di dieci anni fa e l’ep Chaos_Introspection, uscito nel 2011.
Si sono presi quindi il loro tempo per arrivare al traguardo del full length, ma il risultato non può che essere soddisfacente, sia per la band che per i fans del technical death metal nobilitato da partiture classiche e jazz/fusion.
Niente di particolarmente originale, il genere portato all’attenzione dei fans della musica estrema da gruppi sorici come Cynic e Atheist, ormai non sorprende più, ma non è questa la virtù principale di Elektron, che si snoda piacevolmente su otto brani dove la furia del death metal incontra e va a braccetto con questi generi ed atmosfere, all’apparenza così lontani, ma come ben sanno gli amanti di questi suoni, mai così vicini ed in armonia.
Il metal estremo del quale il gruppo fa buon uso si avvicina a soluzioni più moderne e core, la violenza sprigionata e l’ottima produzione risaltano il lavoro delle chitarre e, soprattutto, della sezione ritmica davvero sopra le righe, mentre l’ottimo uso del violino e la pregevole tecnica strumentale alzano la qualità generale del disco.
Non manca, a mio parere, come in molte opere di questo tipo, una vena progressive, magari nascosta tra le pieghe delle sfumature jazz/fusion, ma presente ad un ascolto attento, facilitato dal songwriting dal buon livello del gruppo marchigiano.
La sensazione che Elektron lascia è quella di un album che, pur nella sua non facile interpretazione, specialmente per chi non è avvezzo a tali sonorità, tiene molte porte aperte per fare in modo di entrare dentro all’anima del disco senza troppa fatica; la musica scorre come l’acqua cristallina di un ruscello, senza trovare ostacoli, i vari passaggi dalle parti estreme a quelle jazzate sono perfettamente bilanciate, così come l’ottimo growl porta con sé la rabbia estrema mantenendo il mood core.
Un album da ascoltare nella sua interezza, non si riscontrano cedimenti per tutta la sua durata lasciando agli undici minuti della conclusiva Hanged On A Ray Of Light, il compito di riassumere il credo musicale del gruppo nostrano.
Sicuramente un album riuscito che, se non porta grosse novità, offre sicuramente all’ascoltatore la piacevole sensazione di essere al cospetto di un gruppo sopra la media; il futuro ci dirà se finalmente i Duality troveranno quella costanza nelle uscite discografiche che diventa basilare per non essere dimenticati in fretta.

TRACKLIST
1. Six Years Locked Clock
2. Azure
3. Chaos_Introspection
4. Along the Crack
5. Motions
6. Plead for Vulnerability
7. Hybrid Regression
8. Hanged on a Ray of Light

LINE-UP
Tiziano Paolini – Bass
Dario Fradeani – Drums
Diego Bellagamba – Guitars
Giuseppe Cardamone – Vocals, Guitars, Violin

DUALITY – Facebok

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