iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Defiance Of Decease – Suicide

Negli anfratti nascosti della scena dark doom c'è ancora chi, ai suoni bombastici ed operistici tanto di moda in questi anni, preferisce un approccio alla materia in linea con le produzioni dei primi anni novanta

Negli anfratti nascosti della scena dark doom c’è ancora chi, ai suoni bombastici ed operistici tanto di moda in questi anni, preferisce un approccio alla materia in linea con le produzioni dei primi anni novanta, allora divise tra la scena olandese e quella britannica.

La band russa Defiance Of Decease, all’esordio con questo album licenziato dalla Narcoleptica Prod. in edizione limitata nel supporto musicassetta, si posiziona esattamente fra le due scene, fondamentali per l’evoluzione dei suoni dark, doom e gothic.
E Suicide, il loro debutto accompagnato da una bellissima copertina, torna a far respirare ai fans del genere le atmosfere malinconiche e dark, accompagnate dall’estremismo sonoro del doom/death di quegli anni.
Voce femminile delicata, growl possente, lenti passaggi oscuri, note eleganti dei tasti d’avorio, che passano come banchi di nebbia su tappeti metallici e tanta, drammatica melanconia, fanno di Suicide un buon esempio del genere, come detto lontano dalle produzioni bombastiche a cui ci hanno abituato le symphonic gothic bands odierne.
La band inizia il calvario che porta al suicidio con la dark song Like a Star in The Sky, nella quale l’elegante voce di Anna Velichko accompagna il growl di estrazione doom/death di Ricardo Digolos, ma già dalla seconda traccia (Possessed by a Demon) i suoni si induriscono, il lento incedere verso la morte passa dal monolitico muro sonoro costruito dal gruppo, rendendo il sound pregno di tragiche atmosfere gothic, dove affiorano i demoni che portano la protagonista al fatale gesto.
Nelle oscure trame di brani come Farewell in Heart, Blade of Death e Ribbon of Life, vivono e si rigenerano le note passionali e drammatiche dei primi The Gathering, Paradise Lost, Orphanage e My Dying Bride, nomi di spicco della straordinaria scena gothic doom dei primi anni novanta.
Certo, la produzione non è delle migliori e la band pecca in qualche passaggio monocorde, ma se siete amanti del genere un ascolto è assolutamente consigliato: album per anime tragicamente romantiche.

TRACKLIST
1. Like a Star in the Sky
2. Possessed by a Demon
3. Death in Fire
4. Farewell in Heart
5. Blade of Death
6. Drowned
7. Cruel World
8. Ribbon of Life

LINE-UP
Sergio Darksol – Bass
Paul Stadman – Guitars
Ricardo Digolos – Guitars, Vocals
Juliana Stadman – Keyboards, Vocals (backing)
Arthuro Doretti – Drums

DEFIANCE OF DECEASE – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP