Gli Screaming Trees sono sempre stati visti come dei “perdenti di successo”, mai completamente assorbiti da una scena ben definita, pur essendo geograficamente vicini alla Seattle del boom del movimento “grunge” di inizio anni Novanta, contesto al quale i Trees vennero inevitabilmente associati (e considerati tra i “precursori”, avendo iniziato nel 1985) a livello mediatico, nella speranza (da parte di chi aveva investito su di loro, cioè la Epic Records, dal 1990 in avanti) di farne un traino commerciale per promuovere gli album usciti su major (inclusa la loro partecipazione alla
colonna sonora del
cult movie di Cameron Crowe, la commedia sentimentale “
Singles: l’amore è un gioco” del 1992, ambientata a Seattle e caratterizzata da comparsate recitative e sonore di gente del calibro di Pearl Jam,
Alice In Chains e
Chris Cornell) ma il grande riconoscimento planetario, in termini economici e di fama, non è mai arrivato, nonostante la loro formula sonica (una riuscita miscela di punk, hard rock dei Seventies e psichedelia sessantiana) avesse tanti punti in comune con le formazioni del famigerato “Seattle Sound” (e tenendo anche in conto il fatto che avessero anche suonato in tournée insieme agli
Alice In Chains, senza contare gli elogi di
Kurt Cobain e la sua amicizia con Lanegan) e da alcuni sono sempre stati considerati una band che ha galleggiato, per diversi anni, nel limbo tra underground e mainstream:
troppo “famosi” per essere considerati ancora un gruppo di culto, dopo il grande salto avvenuto nei primi anni Novanta, dopo un primo svezzamento alla
Velvetone Records e, in seguito, l’abbandono della
SST Records, col successivo passaggio su una major (la Epic) che aveva comunque prodotto un successo commerciale e di massa piuttosto modesto (se rapportato ai numeri da capogiro raccolti dai colleghi Nirvana, Alice In Chains, Pearl Jam e Soundgarden) con gli album “
Uncle Anesthesia” e “
Sweet Oblivion” (senza contare “
Dust”, uscito nel 1996, quando i riflettori sul grunge si erano quasi spenti del tutto) e
troppo poco “appariscenti” per risultare mediaticamente appetibili (ognuno vestiva in modo diverso dall’altro, non avevano una “divisa” di abbigliamento ufficiale nella quale la massa modaiola di teenagers potesse identificarsi, due fratelli esteticamente impresentabili per il marketing pubblicitario, con evidenti problemi di peso corporeo, e un cantante problematico, alle prese con seri problemi di droga… ma come insegna l’estetica
slacker dei
Dinosaur Jr. e di
J Mascis, è proprio quello il bello dell’essere
losers, no?) ed essere rivenduti come
next big thing del “grunge” al grande mercato delle vacche dell’industria discografica, all’epoca alla costante ricerca dei “nuovi Nirvana”, nonostante l’esposizione mediatica dei videoclip dei loro brani, spesso trasmessi in rotazione su MTV, e alla fine ne è uscita con le ossa rotte,
chiudendo per sempre l’avventura il 25 giugno del 2000, ma godendo di un’ampia rivalutazione nei successivi vent’anni dal suo scioglimento ufficiale, con parecchi gruppi che citano, tra le proprie influenze, la musica degli Screaming Trees e di
Mark Lanegan.