Tutto si potrà dire a proposito dei Dark ma certo non che, a livello di intenti, non risultino sufficientemente espliciti: con un simile monicker ti aspetti, ovviamente, di ascoltare sonorità oscure e magari devote agli stilemi di quel genere portato alla ribalta da nomi quali Sisters Of Mercy e The Mission.
Così è, infatti, a conferma della facile previsione: il trio svedese, composto da musicisti piuttosto esperti provenienti peraltro da esperienze in ambiti stilistici diversi, attinge in primis alla creatura di Eldritch alleggerendone l’impatto a favore di suoni più suadenti, in linea con i The 69 Eyes più recenti.
Il lavoro che ne scaturisce è godibile ma non sempre entusiasmante, in virtù di un manierismo talvolta eccessivo nel proporre un genere che, per risultare ancora oggi avvincente, necessiterebbe di una rinfrescata più convinta, quella che appunto Jirky e soci erano riusciti ad offrire con “Wasting The Dawn” e “Blessed Be”, autentiche gemme che neppure loro in seguito sono stati in grado di riprodurre.
Dark vive di brani ben poco intricati e gradevolmente orecchiabili, nei quali un vocione eldritchiano, talvolta un po’ forzato, si alterna ad un cantato più limpido e complessivamente più efficace.
Tra le undici canzoni proposte si fanno preferire quelle dall’andamento più rilassato ed intimista come Caged, in odore di ultimi Sentenced, Gold, più Mission-oriented, e Kval, efficacemente interpretata in lingua madre, anche se le più ritmate Distance, Incompleted And Medicated e The End Of The Word sono quelle che possiedono il maggiore appeal commerciale.
I nostri, proprio in extremis, regalano un brano che potrebbe indicare uno sbocco futuro verso lidi meno prevedibili: Sarol’s Song, infatti, si rivela meno ostinatamente alla ricerca del refrain risolutore puntando maggiormente su una vena evocativa, consentendo ai tre di esibire anche una pregevole tecnica strumentale che nel resto del lavoro viene soffocata da scelte compositive anche troppo lineari.
Questo esordio autointitolato, ricco com’è di tutti i cliché del genere, alla fine potrà anche risultare gradito a chi apprezza il gothic-dark in ogni sua forma, ma è afflitto ancora da qualche passaggio a vuoto di troppo. e per di più ravvicinato all’interno della tracklist, (vedi l’opaca terna formata da Eternity, Dark World e Sleepless In Sao Paulo) per ottenere una promozione a pieni voti.
Tracklist:
1. Distance
2. Eternity
3. Dark World
4. Sleepless in Sao Paulo
5. Incomplete and medicated
6. Caged
7. Gold
8. Apart
9. Kval
10. The end of the word
11. Sarol’s song
Line-up:
Erik Molarin – Vocals/Guitar
Jonas Strömberg – Lead Guitar
Jörgen Ström – Bass