Arrivano dalla Repubblica Ceca questi ennesimi interpreti del folk metal.
I Cruadalach, con Rebel Against Me, giungono al secondo full length e riescono ad attrarre l’attenzione in virtù di una proposta molto variegata.
L’album si snoda infatti tra sfuriate molto violente che invece di attingere al black come avviene in prevalenza, ad esempio, nella omologa scena finlandese, poggiano la loro base su una sorta di death melodico in stile In Flames, sporcato però da un’attitudine hardcore/punk, per poi aprirsi nelle fughe strumentali tipiche del genere.
Fiati e violini si intersecano così a meraviglia con una base ritmica molto robusta e con lo screaming efferato di Jan Vrobel (in certi passaggi affine al Fridén dei bei tempi, appunto).
La descrizione appena fatta è molto sommaria, ma serve per rendere un’idea di quanto bisogna attendersi dal lavoro della band praghese: i nostri, d’altro canto, hanno nel loro dna un certa imprevedibilità e la varietà del sound si rivela l’arma vincente assieme all’indubbia capacità di comporre brani piuttosto diretti e catchy, nonostante l’apparente ruvidezza di base.
Diciamo che, rispetto ad altre band del settore, la componente folk è inserita con raziocinio e, salvo alcune più ampie parentesi, che si racchiudono per lo più nel finale del lavoro con brani più evocativi, (Karma to Burn e The Astralnaut, sorta di versione folk dei The Vision Bleak, oltre alla maestosa chiusura orchestrale affidata a Ziemie Niczyje) diviene soprattutto funzionale alla costruzione di chorus accattivanti.
Gli undici brani sono relativamente brevi e si memorizzano con buon agio anche se, per apprezzarli, bisogna essere in possesso di un buon background estremo; citerei quali episodi più azzeccati Life-Worshipping Bastards (vedi video sotto), la title-track e Satyros, ma è l’album nel suo complesso che ci restituisce un ensemble in grado di fornire una prova di invidiabile compattezza.
Altra band che dal vivo (fatte salve le difficoltà di trovare un palco in grado di contenere ben 8 elementi …) dovrebbe essere in grado di creare un pogo da finimondo, i Cruadalach si impongono per la loro freschezza, oltremodo gradita in questa estate dalla calura insopportabile, almeno alle nostre latitudini.
Tracklist:
1. Revolt Without a Name
2. Shiva World Dance Party
3. Stuff That Matters
4. Earth Café
5. Rebel Against Me
6. Wolves at the Gates
7. Life-Worshipping Bastards
8. Satyros
9. Karma to Burn
10. The Astralnaut
11. Ziemie Niczyje
Line-up:
Jan “Randal” Vrobel – vocals, lyrics
Tomáš “Ante” Nejedlý – guitar & citern
Honza “Pigboss” Knotek – guitar
Petra “Ewenica” Jadrná – recorders, shawms, whistles
Hanka “Honey” Slanařová – violin
Eliška Navrátilová – violin
Ondráš “Lazar” Novák – bass
Michal “Datel” Rak – drums & percussion, samples