iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Crone–gehenna

"Gehenna" si rivela una prova decisamente incoraggiante e, soprattutto, non appare come una sterile riproposizione di uno stile musicale già praticato nelle rispettive band dai musicisti coinvolti.

Crone–gehenna

Crone è un nuovo progetto del musicista tedesco sG (Philipp Jonas), dei più noti Secrets Of The Moon, coadiuvato dal batterista dei deathsters Embedded, Markus Renzenbrink.

Le coordinate sonore si spingono piuttosto lontano dal background del duo, finendo per offrire quattro tracce dagli umori dark, oscillanti tra il post metal e l’alternative dai tratti più intimisti.
L’operazione non si rivela affatto superflua perché la musica contenuta in Gehenna è sufficientemente varia e, appunto, distante dalle sonorità maneggiate di consueto dal duo tedesco per giustificarne la nascita, anche se non tutto fila liscio alla perfezione: infatti, è piuttosto evidente che sG, qui alle prese con brani che richiedono una voce decisamente più educata rispetto alle sferzate black/avanguardiste dei Secrets Of The Moon, fatica non poco a mantenere un’intonazione accettabile e tale aspetto viene accentuato proprio nel brano migliore del lotto, quella Your Skull-Sized Kingdom dalle atmosfere a tratti contigue a quelle degli Antimatter, proprio per l’impietoso confronto con quello che sarebbe potuta essere l’ipotetica interpretazione di Mick Moss.
Ma, del resto, così come nella recente recensione dei Sol Invictus mi sono arreso all’ineluttabilità del cantato di Tony Wakeford, non posso che fare coerentemente altrettanto con il buon sG, anche se quest’ultimo certo non porta alle estreme conseguenza le stonature come fa, invece, con nonchalance il corpulento vate del neo folk.
Infatti, una Escher’s Stairs nella quale pare di ascoltare un J Mascis d’annata (tanto per restare nell’ambito di interpreti molto “sui generis”) e la conclusiva Dead Man, brano definibile a buon titolo come una sorta di post grunge, sono episodi decisamente belli e riescono così a far passare sufficientemente in secondo piano queste debolezze che vengono parzialmente compensate dalla sentita interpretazione di sG, il quale peraltro nella traccia finale si fa coadiuvare da un’ospite d’eccezione quale Jarboe (ex-Swans).
Senza dimenticare anche la title-track, buon esempio di dark metal nel solco della più recente tradizione teutonica (ultimi Nocte Obducta), Gehenna si rivela una prova decisamente incoraggiante e, soprattutto, non appare come una sterile riproposizione di uno stile musicale già praticato nelle rispettive band dai musicisti coinvolti.
In prospettiva di un full-length è auspicabile che sG migliori almeno un po’ la propria tecnica vocale e, qualora ciò si verificasse, i Crone potrebbero ambire concretamente a diventare qualcosa in più rispetto ad uno dei tanti progetti paralleli ancora in divenire.

Tracklist:
01. Houses Of Gehenna
02. Your Skull-Sized Kingdom
03. Escher’s Stairs
04. Dead Man

Line-up:
sG – Vocals & Guitars
Markus Renzenbrink – Drums & Guitars

CRONE – Facebook

o industrial dalle sfumature dark.

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.