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Recensione : Comincia Adesso – Fughe Edevasioni Quotidiane

Esiste un'operazione aritmetica i cui operandi assumono la connotazione di fuga, prigionia, libertà?

a cura Simone Scaffidi
Eris Edizioni

Esiste un’operazione aritmetica i cui operandi assumono la connotazione di fuga, prigionia, libertà?

E se esiste l’operazione i termini sono addendi, minuendi, sottraendi, moltiplicatori o divisori? O forse operano ciascuno di essi in un complicato calcolo il cui risultato cambia sempre, in conseguenza a innumerevoli altri fattori che diventano algebra, equazioni irrisolvibili, come forse senza soluzione e spiegazione è la vita. La vita che non è solo la somma delle esperienze e degli accadimenti o la divisione di gioia con dolore ma un crogiolo di operazioni mistiche, di fattori spesso imprevedibili.

Il concetto di prigione, il concetto di libertà, il concetto di fuga. Fuga dalla mente e dagli spazi imposti. Ecco il filo rosso che collega i 16 racconti di “Comincia adesso – Fughe ed evasioni quotidiane”, un’antologia targata Eris Edizioni e curata da Simone Scaffidi. 16 autori e altrettanti illustratori, ognuno col suo timbro artistico, ognuno con la propria personalissima visione.

Il libro ci racconta l’evasione che diventa un diritto in un contesto di codici preimposti, per scappare dalle manette di un potere qualsiasi, di un dogma che prende forma e sostanza diversa ma con uguale forza vincolante, fastidiosa. Il diritto di fuga è il diritto di vivere, di assaporarsi nel mondo, di godere la naturale frizione della carne col reale che del sogno possiede un’alta percentuale.

Nella lettura di questo volume si dipanano 16 prese di posizione con la realtà e il dramma dicotomico libertà/prigionia, 16 pennellate per 16 diverse interpretazioni di fuga, ogni racconto una sua diversa e godibilissima rappresentazione: la coercizione comportamentale dell’educazione accademica che assume connotati distopici; la galera e la libertà costretta e donata dal Tempo e dalle cose andate; l’azione diretta per la liberazione degli animali perché l’indipendenza anche se porta alla morte è meglio che una prigionia; la lotta per il riscatto che assume la metafora di un duello con una bestia araldica mostruosa – come in un processo alchemico d’emancipazione; la malattia mentale subita con metodo coattivo e la propensione umana per il sogno; la fuga dalla disperata povertà di paesi al di là del Mediterraneo; la fuga dal dolore e la paura di una gestazione non voluta; essere ingoiati da un enorme animale, e nella gabbia surreale di un umidiccio stomaco claustrofobico condividere le ultime esperienze in compagnia di altri esseri umani prima di essere fusi negli acidi gastrici; riuscire a trovare la libertà anche in carcere mediante la forza propulsiva del bisogno d’amore e dell’arte; lo stato di libertà primordiale e liberatorio che nasce dall’assunzione di droghe naturali che riuniscono l’anima con la natura; le prigioni che ci autoinfliggiamo tra i sortilegi romantici di desideri adolescenziali; una pirotecnica fuga di matti da una clinica che assurge ad anarchica riacquisizione del sé; la pena come accezione univoca tra carceriere e prigioniero; una dissertazione filosofica sul tempo come cardine tra ciò che è libero e quello che non lo è; il lavoro come luogo di culto, di sola vita, di galera salariata; l’alienazione della vita randagia che trasborda in ossessioni, tra le ossessioni di chi invece si reputa “normale”, di chi si considera inserito.

Da che parte sta la libertà? Qual è il confine tra prigione  e spazio libero? Noi dove stiamo?

Di questo ci parla “Comincia adesso – Fughe ed evasioni quotidiane”, questa serie di racconti, questo affresco di storie accomunate da un dubbio forse ancestrale, forse indispensabile, perché “profanare una gabbia voleva dire, per noi, stringere la mano alla libertà”.

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