Comaniac – Return To The Wasteland

Debutto assolutamente da avere per ogni fan del thrash metal classico.

Comaniac – Return To The Wasteland

Le mode uccidono la musica e la creatività degli artisti, inutile negarlo, e di esempi di band con album “scritti” dalle case discografiche per tentare il colpaccio ce ne sono tanti, per poi licenziare, a flop avvenuto, il gruppo e riprovarci con un altro genere ed altri musicisti.

Dopo gli anni d’oro ottantiani, purtroppo il thrash metal è tornato nell’underground, surclassato almeno nelle preferenze degli addetti ai lavori da altri generi considerati più cool, lasciando solo le briciole (lo spazio a ridosso dell’uscita di un nuovo lavoro) a poche band storiche, molte delle quali, peraltro, il vero thrash non lo suonano neanche più.
Premessa dovuta per presentare Return To The Wasteland, esordio di questa band svizzera, che di nome fa Comaniac e che suona il genere alla grande, confezionando un prodotto old school, ma alla stesso tempo fresco, composto da un lotto di brani strepitosi e suonato con attitudine da vendere ed un impatto notevole.
Si gioca a dei livelli altissimi con la band d’oltralpe, i riferimenti al genere di matrice statunitense sono evidenti, ma le canzoni sono molto belle, trattandosi di cavalcate di metal veloce, incendiario, così come gli esaltanti anthem, accompagnati dalla voce a tratti schizoide del vocalist Jonas Schmid, anche chitarrista , fenomenale protagonista di ritmiche trascinanti e che forma una coppia di asce niente male con la lead guitars di Dominic Blum.
Ottimi momenti in cui la voce lascia spazio alla musica, conquistando i fans con micidiali parti strumentali (Solitude), riempiono questi cinquanta minuti votati al metal più classico, veloce, a tratti devastante, ma colmo di fiere melodie: impossibile stare fermi, questo è il thrash, lasciate agli altri discorsi triti e ritriti su originalità, troppi richiami alle band storiche e bla, bla, bla …
Il piede è schiacciato a tavoletta, si parte come razzi sul missile metallico chiamato Comaniac, i due piloti (Cedric Iseli alle pelli e Raymond Weibell al basso) guidano, con ritmiche al vetriolo, verso cieli cupi, dove ad aspettarci troveremo tempeste elettriche come Secret Seed, Fist Of Friends, …And There Is No Job e Monsters Final Creation.
Se il genere in questi anni fosse popolare almeno metà di quanto lo è stato negli anni di splendore, questo album sarebbe glorificato come opera da avere a tutti i costi: beh, Iyezine se ne frega delle mode … fatelo vostro comunque.

Tracklist:
1. 1,2, Rage
2. Secret Seed
3. Cut Throat
4. Fist of Friends
5. Killing Tendency
6. ..And there is no job
7. Solitude
8. The Rake
9. Monster Final Creation
10. Flakhead

Line-up:
Raymond Weibel – Bass
Cédric Iseli – Drums
Dominic Blum – Guitars (lead)
Jonas Schmid – Vocals, Guitars

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