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Recensione : Child of Panoptes – Un Petit Morceau de Buvard 7″

Child of Panoptes - Un Petit Morceau de Buvard 7": avvolge l'ascoltatore nelle sue spire psychedeliche grazie agli intarsi di un organo ieratico e stordente se si tratti di un Voxx o di un Farfis

Child of Panoptes

Che il cammino dei Child of Panoptes sia illuminato dai Music Machine lo si evince facilmente dalla copertina di Un Petit Morceau de Buvard, loro nuovo singolo, edito dalla sempre attenta Rogue Records. Che le lancette dell’orologio e le pagine del calendario per il combo di Montpellier si siano fermate al 1966 è quindi un fatto piuttosto assodato; e questo, per chi scrive, non è affatto un difetto, tutt’altro.

Ma torniamo a questo 7″ che si compone di quattro pezzi della durata massima di 2 minuti e trenta secondi, anche questa una circostanza che gioca indubbiamente a loro favore. Si comincia con Un Petit Morceau de Buvard un brano che avvolge l’ascoltatore nelle sue spire psychedeliche grazie agli intarsi di un organo ieratico e stordente (se si tratti di un Voxx o di un Farfisa lo scopriremo solo vivendo) a cui segue Hey!

Mr. Carpenter che rievoca le sonorità di pregiate scuole tipo quelle degli Small Faces e dei Creation. Dream With Me è una canzone sognante che ricorda i Chocolate Watchband o, portandoci più avanti con i decenni, qualcosa degli Steppes mentre Love è una zolletta acida da sciogliere in un thè lisergico servito bollente e con biscottini afrodisiaci di contorno.

Come ebbe a dire il buon Giacomo Leopardi “e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Child of Panoptes

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