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Il nostro modo di dire la nostra: pensieri spesso sconclusionati, ma veri che emozionano.

Pensare L’infosfera Di Luciano Floridi (raffaello Cortina, 2020)

Il 6 febbraio è uscito Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale, un saggio di Luciano Floridi pubblicato da Raffaello Cortina nella collana Scienza e idee diretta da Giulio Giorello. Luciano Floridi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab. È chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute, l’istituto britannico per la data science, nonché una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea. Posso vantare di aver seguito un corso di Logica all’Università di Bari, nel 2007 e aver assistito a diversi suoi seminari sugli argomenti più disparati. Pensare l’infosfera è la traduzione, rivista e parziale, del terzo libro di una tetralogia di libri dedicata ai fondamenti della filosofia dell’informazione, branca nella quale Floridi è ricercatore e in qualche maniera creatore. Come lo stesso autore afferma nell’Introduzione, il volume ha l’intento di riavviare la filosofia, al fine di rinfrescarne la memoria (intesa in senso prettamente informatico) e prepararla a una delle più grandi rivoluzioni della storia, quella che stiamo vivendo oggi: la rivoluzione digitale. Le nuove tecnologie infatti sarebbero re-ontologizzanti, cioè modificherebbero la natura intrinseca di quello che toccano, aprendo scenari interpretativi che necessitano di nuovi modelli filosofici e concettuali per essere studiati. Ma che cos’è l’infosfera? Vediamo come risponde Floridi: “A partire dagli anni Cinquanta, l’informatica e le tecnologie digitali hanno iniziato a mutare la concezione di chi siamo. Sotto molti profili, abbiamo scoperto che non siamo entità isolate, quanto piuttosto agenti informazionali interconnessi, che condividono con altri agenti biologici e artefatti ingegneristici un ambiente globale, costituito in ultima istanza da informazioni, che ho chiamato infosfera. […] Il nostro comportamento libero si trova posto a confronto con la prevedibilità e la manipolabilità delle nostre scelte, nonché con lo sviluppo dell’autonomia artificiale. Le tecnologie digitali sembrano talora conoscere i nostri desideri meglio di noi stessi.” Per affrontare questa nuova sfida Floridi divide il libro in quattro sezioni. La prima è dedicata alla domanda filosofica, alle caratteristiche che essa deve avere e al saper domandare della (buona) filosofia. Qui l’autore parte da una citazione di Bertrand Russell dal libro I problemi della filosofia (1912) sulle domande fondamentali della disciplina, per Floridi ancora viva tutt’oggi, e apre la strada a una definizione precisa, spazzando il campo da qualsiasi tipo di ricadute scientiste o dogmatiche. La seconda parte si occupa di indagare cosa sia una risposta filosofica. Qui la questione diventa più complessa e ancora più interessante: l’autore fornisce una serie di strumenti concettuali e di metodo che permettono di interpretare in maniera analitica il processo di re-ontologizzazione al quale le nuove tecnologie digitali ci sottopongono. La densità e la forza del materiale in questione affondano le radici nella nostra quotidianità e aprono scenari, etici e noetici, di grande impatto e dal carattere anticipatorio. Si trattano qui i temi più controversi della nostra contemporaneità, dalla pornografia online alla privacy, al fine di capire come è cambiata oggi la concezione di identità, soprattutto quando siamo online (o per dirla alla Floridi, onlife). Il metodo fornito per rispondere filosoficamente a tali questioni, che qui ci limiteremo a chiamarlo genericamente metodo dell’astrazione, è tutt’altro che relativistico e vede nel disaccordo informato (cioè nel razionale e genuino pensarla diversamente) la possibilità di un contraddittorio costruttivo. La terza sezione è dedicata invece all’idea di design concettuale, che cosa significhi e in che modo essa rappresenti un mutamento di prospettiva radicale. Basandosi poi sui risultati ottenuti nelle prime due parti, e dopo aver fatto le pulci a Platone, l’autore accenna all’impostazione di una metodologia di realizzazione di un design filosofico che sia costruzionista, “vale a dire una filosofia che prende sul serio l’idea per cui la conoscenza orientata al costruttore sia il corretto approccio per interpretare ogni espressione della conoscenza umana.” Infine la quarta parte è dedicata a cinque lezioni filosofiche sui nodi centrali spiegati nei precedenti capitoli. Centocinquanta pagine dense di nuovi modelli nelle quali Floridi ci insegna come sia possibile oggi continuare a fare filosofia, quali siano le domande legittime, o meglio quale sia il modo corretto di porle (e come rispondere), e che tipo di rapporto deve avere il pensiero con la realtà che ci circonda, sempre più pervasa di tecnologia, globale e ricca di parametri nuovi. Vi mentirei se vi dicessi che è un libro per tutti. Tuttavia lo ritengo un tassello fondamentale per comprendere, almeno da parte degli addetti ai lavori, i termini della sfida a cui siamo chiamati, in un vero e proprio rinnovamento delle idee e del pensiero. Ma per quanti di voi siano interessati ad approfondire le questioni, da domani 10 febbraio, presso il Teatro Franco Parenti (ore 19:00), avrà inizio una serie di tre incontri (nei restanti tre lunedì del mese, 10, 17 e 24) dedicati al tema dell’infosfera e tenuti da Floridi stesso. Sarà un’occasione imperdibile per capirne di più e per confrontarsi di persona sulla rivoluzione, concettuali e di valore, che stiamo vivendo e che non si esaurirà tanto presto.

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Lo Sfascio Dei Mass – Media

Che senso ha far rimbalzare sulle cronache nazionali nel Giorno della Memoria una scritta antisemita su un muro di una casa, seppur di una ex-deportata nei lager nazisti? È un po’ come se uno scrivesse sul muro del municipio “ASSESSORI LADRONI” non condividendone le operazioni truffaldine di gestione della ‘cosa pubblica’ (ma forse questa è già un tantino più umana e comprensibile dell’altra scritta): quale risonanza di cronaca avrebbe mai?

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Championship Vinyl 4.28

Ventottesima puntata di Championship Vinyl con gustose novità come la collaborazione con InYourEyesEzine, il nuovo disco degli HELL SPET e dei Simon Dietzsche, il ricordo di Andrew Wood, le mie ultime scoperte Atlante e Alberto De Gara e infine l’intervista di Off Topic ad Alberto Fortis. Ascolta “Championship Vinyl 4.28” su Spreaker.

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Overthewall

Seconda collaborazione in due settimane (Championship Vinyl di Alberto Calandriello), questa volta collaboriamo con Mirella di Overthewall. Anche in questo caso In Your Eyes ezine proporrà un brano alla settimana all’interno della trasmissione, seguiteci e seguitelo !!! Overthewall è un programma radiofonico di musica rock metal condotto, ideato e realizzato da Mirella Catena, speaker radiofonica e fondatrice di Witch Web Radio. Il programma promuove la scena metal underground italiana e internazionale e contiene varie rubriche curate da collaboratori che fanno parte della scena musicale italiana. Overthewall è in onda il giovedì alle 21 e in replica il martedì sempre su WITCH WEB RADIO -> https://witchradio.wixsite.com/witchwebradio

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Championship Vinyl

Dalla prossima settimana inizia una nuova collaborazione per la trasmissione radio Championship Vinyl di Alberto Calandriello. In Your Eyes ezine proporrà un brano alla settimana all’interno della trasmissione, seguiteci e seguitelo !!! Championship Vinyl (omaggio al negozio di dischi di Rob Fleming in Alta fedeltà di Nick Hornby) nasce come “ipotesi” nella sala di Campuswave, web radio del Campus Universitario di Savona, grazie all’invito di un amico, per parlare di un mio libro e di sport. L’adrenalina della diretta, il piacere di scegliere la musica, mi fanno venire voglia di provare anche questa strada, così pochi mesi dopo faccio il mio debutto su Radio Gazzarra (la radio di Arci Liguria) con “Come Don Chisciotte”, programma dedicato ai magnifici perdenti del mondo del rock. Contemporaneamente, a Finale Ligure, un paio di amici appassionati di radio libere crea BRG Radio, web radio figlia della storica Filarmonica di Finalborgo, che si propone di coinvolgere giovani amanti della musica e della comunicazione. Il 3 aprile 2016 va in onda la prima puntata di Championship Vinyl, dal titolo “L’ultimo treno per Memphis”; l’idea della prima stagione è quella di raccontare la storia del Rock, da Elvis in avanti, senza dimenticare quello che avvenne prima. Oggi, 116 puntate dopo, CV si propone di essere una sorta di TG Rock, con notizie e aneddoti sia dal mondo mainstream che underground, con una particolare attenzione alla scena musicale ligure e savonese, di cui sono fervente seguace. 45\50 minuti a settimana, la domenica alle 19, con una breve finestra il giovedì dalle 20.15 alle 20.30, in collaborazione con il sito Liguria & Dintorni (liguriaedintorni.it) dedicata a segnalare i concerti in provincia di Savona. CV collabora con L’Isola che non c’era (lisolachenoncera.it) e Off Topic Magazine (offtopicmagazine.net) due siti dedicati alla musica italiana ed internazionale, che presentano in diretta un disco tra quelli recensiti nelle loro rubriche. pagina fb Championship Vinyl :https://www.facebook.com/ChampionshipVinylOnAir/ pagina fb BRG Radio: https://www.facebook.com/BRGRADIO/ canale spreaker BRG Radio: https://www.spreaker.com/user/brgradio

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Post Più Letti Del 2019

Post Più Letti Del 2019: Vorrei iniziare come sempre con un GRAZIE a tutti quelli che scrivono per Iyezine e coloro che ci leggono con così tanta…

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Electro Malicious

Electro Malicious: Artista: Electro Malicious
Titolo del singolo: Hollywood Trap

Singolo tratto dal primo lavoro intito…

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La Dura Via Della Liberta’

Sarebbe tanto facile solidarizzare col popolo curdo in questi giorni tanto drammatici per questa etnia. Il loro alleato americano contro l’ Isis li pianta in asso e la Turchia si arma per l’ ennesimo tentativo di annientarli definitivamente. Tutta la stampa mondiale, a parole, si schiera dalla loro parte, ma a NESSUNO passa per la mente di intervenire in loro aiuto. Nessuno vuole inimicarsi un alleato tanto scomodo ma tanto coinvolto nei giochi di potere economico, politico, strategico di quella area, quale è la Turchia. . Ma è veramente tutta qui la motivazione dell’ imbarazzo, del defilarsi dalla questione curda di tutti i governi occidentali? O non vi è qualcosa di più profondo e indefinibile che sta sotto a questa inettitudine? Qualcuno, in occidente, ignaro della stratificazione storica, culturale e religiosa di quel popolo ha pure paventato, che avvenga da parte loro, una volta ottenuta l’ indipendenza, una involuzione massimalista o comunista e che questo sia un serio motivo dell’ atteggiamento refrattario verso un sostegno concreto alla loro causa. . Penso che dovremmo evitare di essere ipocriti, anche verso noi stessi, e provare a domandarci se il comportamento di tutti noi, in altre circostanze simili, non sia stato di eguale imbarazzo e defilamento. . Tutte le repressioni del popolo curdo hanno avuto sempre un solo movente : REPRIMERE LA LORO ASPIRAZIONE DI AUTONOMIA, DI ESSERE UNO STATO INDIPENDENTE. Di essere cioè liberi dalla dipendenza politica, culturale, economica, religiosa degli alieni Stati in cui erano e sono confinati. E se abbiamo sufficiente memoria e onestà storica possiamo chiederci come ci siamo defilati quando l’ indipendenza e la libertà della Cecoslovacchia e della Ungheria venivano represse coi carri armati. O quando l’ Irlanda reclamava l’ indipendenza dall’ Inghilterra, come pure i Paesi Baschi e la Catalogna dalla Spagna. Sempre solidali, a parole, con questi popoli ma sempre refrattari a qualunque coinvolgimento. . Cosa veramente blocca il nostro substrato psicologico dall’ andare oltre le vuote e ipocrite parole di solidarietà? Cosa avvertiamo di insufficiente, se non di ingannevole, in queste eclatanti e violenti manifestazioni di richieste di indipendenza da altre vicinanza, altre persone, altri modi di vivere, altre mentalità? Certamente, viste le recenti esperienze delle ” primavere arabe” possiamo appellarci al timore di una altra involuzione integralista e di altre guerre fra tribù curde, dato che già ora sono divisi in 5 o 6 partiti in contrasto fra loro. . Ma è solo anche questo timore a frenare gli Stati occidentali dal compiere una decisa scelta in loro supporto? . È mio modesto pensiero che oltre ai tanti validi motivi politici e strategici che fanno glissare i governi e ciascuno di noi da questo problema, ve ne sia uno che ha nome IDENTITÀ! E provo a spiegarmi. Tutta l’ Europa, per secoli si è dilaniata in guerre di identità etniche, territoriali, religiose, linguistiche, economiche, imperialistiche. Guerre fra stati, fra maggioranze e minoranze, fra monarchie e repubbliche, fra città, fra paesi, fra campanili. E tutte per rivendicare la propria identità, la propria LEGITTIMA identità, la propria SUPERIORE identità. E tutto questo per rifiutarsi di IDENTIFICARSI E INTEGRARSI con altri popoli, altre culture. Ed ora, dopo tanti secoli e divisioni abbiamo una Europa fatta di decine di stati appiccicati l’ uno all’ altro separati da ridicoli confini di carta ma ferree frontiere campanilistiche. Ma la Storia evolutiva del mondo, quella con la esse maiuscola, va ben oltre le piccinerie degli Stati e nostri singoli e ci forza, ci chiama a scoprire una nostra nuova identità di nome IDENTITÀ UMANA. E lo fa con armi che si chiamano: cambiamento climatico, inquinamento, esaurimento delle fonti alimentari, sovrappopolamento del pianeta, carestie, terremoti, nuove malattie, ecc… ecc… Tutto per stimolarci, forzarci, educarci a scoprire in ciascuno di noi di appartenere ad una unica e vera identità, la IDENTITÀ UMANA. E per questo imparare a INTEGRARE LE NOSTRE CULTURE E I NOSTRI SFORZI PER VINCERE LA GUERRA GLOBALE CHE INCOMBE SULLA IDENTITA’ UMANA. . Certamente esistono spettri dal nome GLOBALIZZAZIONE che ancora ci spaventano e spingono alla separazione, alla individualizzazione politica, economica, culturale, al pensare solo al proprio orticello ( Trump e Brexit docet), ma uno spirito attento al moto inarrestabile della evoluzione umana ha ormai avvertito che non può più avere alcun SENSO STORICO la affermazione di una IDENTITÀ separata che non sia INTEGRATA IN UNA IDENTITÀ MONDIALE. . Ecco, forse è per questo che nel fondo di ciascuno di noi avvertiamo, intuiamo, nelle, seppure e legittime lotte del popolo curdo, un certo stridore, un ANACRONISMO STORICO, che ancora non trova la parola per esprimersi col corretto termine di: GLOBALE IDENTITÀ UMANA. . Altre lotte, altre sofferenze, altre divisioni vedremo sino a che non un cannone o una bomba vinceranno la nostra cecità spirituale, ma un semplice pezzo di pane mancante dalla nostra tavola o un’ onda anomala che travolgerà i nostri castelli di gloria. . Ma le mie sono solo opinioni di un piccolo, sconosciuto, alieno. Altre riflessioni di epi: Ferlinghetti La Paura

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