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Recensione : Bleeding – Behind Transparent Walls

Ottima realtà dedita ai suoni progressivi, i Bleeding confermano il fiuto dell'etichetta tedesca per quanto riguarda i suoni heavy e prog.

Bleeding – Behind Transparent Walls

La piovra Pure Steel, da uno dei suoi tentacoli (Pure Prog Records), licenzia il debutto sulla lunga distanza di questi fenomenali Bleeding, band proveniente dalla Germania, già sul mercato con un ep omonimo del 2012, ed autrice di questo bellissimo ed intricato album, dove il prog metal viene violentato da parti thrash ed ottime digressioni alternative.

Il gruppo di Amburgo crea un’amalgama sonora originale ed affascinante, in cui le proprie influenze vengono usate per formare un puzzle di musica sopra le righe, non facile al primo impatto, ma che cresce molto con gli ascolti.
Progmetal per nulla scontato in questa quarantina di minuti, che pesca tra le band più originali del genere (Psychotic Waltz e Depressive Age) ed aggiunge un po’ di sana follia alla System of a Down, nelle linee del cantato e nell’alternanza tra parti dove la musica sembra placarsi, per poi tornare mossa come un mare in tempesta, tra violenza e melodia, chiari e scuri, che si affrontano in questo duello all’ultima nota.
Come in tutte le band del genere, la tecnica strumentale la fa da padrona, poco uso delle tastiere, e tanta voglia di stupire con un lavoro delle due asce straordinario (Marc Nickel e Jörg von der Fecht), sommato ad un uso della voce originale e dall’enorme impatto, ad opera del vocalist Haye Graf.
Cinque musicisti eccezionali (Marc Kriese al basso e Michael Leska alle pelli completano la formazione, formando un’ottima sezione ritmica) ed un album davvero riuscito, sono le principali doti messe sul piatto dai Bleeding, ai quali, se vogliamo proprio trovare un difetto, a tratti piace specchiarsi nella loro abilità, facendo perdere ai brani un poco di fruibilità.
Ma è un dettaglio, se si ha la pazienza necessari Behind Transparent Walls non faticherà ad esplodere in tutta la sua potenza dentro di voi, aiutato da almeno tre brani capolavoro: Solitude, divisa in due parti, la title track e Symbol Of The Sun, caratterizzata da un crescendo di suoni ed emozioni, che partono da un inizio introspettivo per sfociare in una sfuriata metallica, per poi tornare a placarsi a fine brano, sunto di quello che è il credo musicale della band tedesca.
Ancora un’ottima realtà, questa volta dedita a suoni progressivi, da parte della Pure Steel, che tra ristampe di vecchi classici e nuove proposte si sta ritagliando un posto da protagonista nel mercato del metal più tradizionale, mantenendo molto alta la qualità delle proposte.

Tracklist:
1. Behind Transparent Walls
2. Fading World
3. Humanoluminiscene
4. Symbol Of the Sun
5. Madness
6. Inifinite Jest
7. Solitude Pt. 1
8. Solitude Pt.2

Line-up:
Marc Nickel – guitars, bass
Jörg von der Fecht – guitars,
bass, programming
Haye Graf – vocals, keyboards
Marc Kriese – bass
Michael Leska – drums

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