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Recensione : Band Of Spice – Economic Dancers

Spice è tornato e questa volta lo ha fatto con un album sui livelli del suo glorioso passato, confermando che, se si parla di questo genere, non si può evitare di confrontarsi con il musicista svedese.

Band Of Spice – Economic Dancers

Christian Sjöstrand, conosciuto ai più con l’appellativo di Spice, è stato negli anni 90 il compagno di merende di Michael Amott, che all’epoca lasciò da una parte gli estremismi sonori di Carcass e Carnage per lasciarsi andare ai fumi contagiosi e psychedelici dello stoner, influenzato dall’hard rock vintage degli anni settanta, con i seminali Spiritual Beggars.

Separatisi dopo aver licenziato il capolavoro Ad Astra, Spice fondò la The Mushroom River Band con cui realizzò “Music for the World Beyond” ed il bellissimo “Simsalabim” del 2002, per uscire negli anni successivi con i lavori di Kayser e Spice And The RJ Band.
Economic Dancers è il secondo lavoro dopo Fell Like Coming Home del 2010 e prosegue il viaggio stonato di Spice nel decennio settantiano, sterzando verso un approccio in generale più melodico, ma non per questo meno affascinante.
Il nuovo album risulta vario con il vocalist che continua a sprigionare attitudine freak, questa volta dall’appeal davvero irresistibile, confezionando una raccolta di brani ruffiani (nel senso buono del termine) ed avvicinando lo stoner, genere base del sound della band, ad un pubblico rock convenzionale.
Qui sta la maggior virtù del nuovo album, composto da undici canzoni che si nutrono di rock sporco, accompagnato da una valanga di melodie vincenti e impreziosite dal tono catarroso e alcolico del buon Spice, a suo agio anche in brani dal taglio pop.
Poco più di mezzora e l’album spara tutte le sue cartucce che centrano il bersaglio pieno, scaraventandoci nel rock settanti ano: ormai gli Spritual Beggars sono un ricordo e la band trasforma in oro ogni melodia e ogni riff racchiuso in Economic Dancers, dove la voce grossa la fanno i riff tosti ma orecchiabili di Spice ed i tasti d’avorio del nuovo arrivato Hulk, tra suoni di Hammond purpleliani e fughe pianistiche dal sapore rock’n’roll.
On The Run sprizza orgoglio southern da tutti i pori, The Joe guarda all’hard rock anni ottanta e In My Blood è un’irresistibile rock’n’roll sostenuto dal piano travolgente di Hulk, ma tutti i brani girano alla grande per un lavoro di puro divertimenti stonato, vintage ma travolgente.
Spice è tornato e questa volta lo ha fatto con un album sui livelli del suo glorioso passato, confermando che, se si parla di questo genere, non si può evitare di confrontarsi con il musicista svedese.

Tracklist:
01. Economic Dancer
02. True Will
03. On The Run
04. Intro – The Joe
05. The Joe
06. You Will Call
07. You Can’t Stop
08. Fly Away
09. In My Blood
10. Down By The Liquor Store
11. You Know My Name

Line-up:
Spice – Lead Guitar, Vocals
River – Guitars
Trailer – Bass
Hulk – Piano, Organ
Bob Ruben – Drums, Percussions

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