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Recensione : Atarassia Grop – Nonsipuo’fermareilvento

Atarassia Grop - Nonsipuo'fermareilvento: io già li adoravo questi comaschi, ma dopo questo cd hanno proprio preso il comando della mia classifica personale. Era ...

Atarassia Grop – Nonsipuo’fermareilvento

io già li adoravo questi comaschi, ma dopo questo cd hanno proprio preso il comando della mia classifica personale. Era da tempo che volevo ascoltare un disco così, grande musica e contenuti corposi. Innanzitutto non si può dare una definizione della loro musica, bisogna solo sentire, ma attenzione, questo cd deve essere ascoltato a cuore sgombro perchè ve lo riempirà. Le canzoni hanno un taglio da cantautore, come se De Andrè invece di Brassens avesse incontrato la Banda Bassotti; ogni epoca della nostra vita deve avere la sua musica, e io in questo momento trovo negli Atarassia Grop quello che molti trovano nei cantautori del passato.Sicuramente ho espresso i miei sentimenti in maniera confusa, ma questi ragazzi mi hanno risvegliato qualcosa che si era sopito riguardo la musica.Non esagero, li amo già solo per aver tirato fuori la storia della resistenza di Parma nel 1922 ai fascisti della marcia su Roma; questo è un pezzo della nostra storia poco consosciuto, ma molto eroico, interi quartieri che resistettero alle camicie in nero, resistenza guidata dagli Arditi del popolo di Argo Secondari, un personaggio a cui la Storia non ha reso giustizia. E poi il loro grandissimo amore verso Fabrizio De Andrè.Ma andiamo per ordine : la prima traccia è una poesia, la seconda “Oltretorrente” è il racconto della resistenza antifscista in quel di Parma alla marcia su Roma. Altro pezzo notevole è “Ad ogni passo”, canzone per un figlio che verrà. Il quinto pezzo è “All reds rugby Roma”, lo sport come dovrebbe essere : sudore e passione e ci sono ai cori Picchio e Molazza, che volete di pù? “Il testamento di Neri” parla di Luigi Canali “Neri”, capitano della 52esima Brigata Garibaldi, giustiziato per un tradimento mai compiuto nel 1945 “…se il perdono apre l’uscio del cielo, rinuncio ai Santi e mi tengo il rancore per chi mi ha rubato l’onore, mi ha spento il respiro e mi ha tolto l’amore…” La settima traccia è “Canzone di gennaio”, onaggio spassionato ed originale a De Andrè, senza malinconia, ma pensando a ciò che cantava Fabrizio.Poi c’è “Sciarpe tese”, che esprime tutto ciò che di bello c’è in quel football che ci vogliono togliere ; chi non è mai stato al freddo a cantare per i propri colori, chi non ha mai imprecato al cielo per l’ennesimo gol mancato, chi non ha mai vissuto trasferte con i propri amici, uniti da sentimenti veri e dall’amore per una maglia e per i colori amati : questo è il calcio, un fumogeno acceso mentre intorno la gente balla e canta, gioia sudore lacrime gloria disonore, non un telecomando in mano e uno schermo davanti…”…il nostro orgoglio non muore mai, siamo polvere di stelle…””Lettera a Genova” è un omaggio ad una città violentata in un caldo mese d’estate, una città ancora bardata a lutto per l’ennesima morte della libertà, Carlo non era un eroe, niente affatto, era solo uno di noi che reagisce ad un’ingiustizia profonda, una ragazzo morto su un selciato, preso a calci sia dalla vita che da scarponi irrispettosi della vita umana. “Vi odio” vorrei averla scritta io : siete riemersi dalle latrine della storia e ora sedete in parlamento, ma non dimentichiamo ciò che avete fatto all’Italia, cari nostalgici… “Vecchio amico” è la colonna sonora dell’amicizia e dello stare vicino, dare per ricevere calore, accompagnati da un bicchiere di buon vino. “La preghiera dei banditi”è una preghiera che i partigiani alzavano verso un dio spesso girato dall’altra parte, o con seri problemi di udito, e questa canzone è, per dirla con parole degli Atarassia Grop “…forse il modo migliore per chiudere questo disco fatto sì di rabbia, ma soprattutto di speranza.”Un cd commovente, ma forse sarebe meglio definirlo un libro musicato, infatti le canzoni sonno chiamate pagine; una speranza che spunta all’alba di un giorno difficile, ma pur sempre un nuovo inizio, senza perdere mai quel filo rosso che scende sempre più rado dalla memoria, quella memoria che è patrimonio di chi sa guardare nell’animo umano, come gli Atarassia Grop.Comprate il cd, mettetevi comodi, che il fiume scorre anche in salita.

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