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Recensione : Astral Doors – Notes From The Shadows

Settimo Album e ulteriore centro pieno per gli svedesi Astral Doors.

Astral Doors – Notes From The Shadows

Premessa: qui si fa heavy metal, chi pensa di trovare chissà quali spunti originali passi oltre, perché Notes From The Shadows è l’ennesimo bellissimo album di una band votata all’heavy puro ed incontaminato.

Un po’ di storia: gli Astral Doors nascono in Svezia nel 2002 e salgono alle cronache metalliche per due album che, in quel periodo, fanno gridare al miracolo diversi addetti ai lavori, sorpresi dal metal epico ispirato alla discografia di Dio, che rivive nel debutto “Of the Sun and the Father” del 2003 ed “Evil Is Forever” del 2005.
La band in questi dieci anni scarsi continua a sfornare album con una certa regolarità per arrivare ad oggi, con questo magniloquente Notes From The Shadows, al settimo full-length al quale vanno aggiunti un EP ed una compilation.
Il nuovo album perpetua la tradizione della band svedese: metallo epico, ricco di pathos che, senza riscrivere la storia dell’heavy metal, raccoglie in sè un lotto di brani bellissimi, cantati alla grande da Nils Patrick Johansson, insieme a Jorn Lande, uno dei più bravi “eredi” del grande Ronnie James Dio.
Attenzione però, qui non ci si riferisce a generi come il power o il metal prog, dove si viaggia sempre in ambito classico ma lontani anni luce dall’heavy metal degli Astral Doors che, a scanso di equivoci, rimane una delle poche realtà capaci di portare nel migliore dei modi il genere nel nuovo millennio.
Suonato a meraviglia da tutta la band, Notes From The Shadows ha ben pochi cali di tono e, partendo dall’opener The Last Temptation of Christ, fa ancora centro riconsegnandoci un combo in gran spolvero, ancora una volta protagonista di un songwriting di livello altissimo per il genere.
Tastieroni epici, solos metallici sempre graffianti ed una verve invidiabile per chi, non scordiamolo, è attivo da quasi quindici anni e che, in questo nuovo lavoro, si permette il lusso di tuffarsi a tratti nell’hard rock per regalare song da applausi come Desert Nights e Shadowchaser.
Die Alone, capolavoro assoluto di questo disco, rivisita le migliori pagine scritte negli anni ottanta: un heavy cadenzato, pathos da pelle d’oca e un’epicità di fondo che supera molte delle nuove leve votate al viking, uno stupendo affresco della scuola ottantina che, con coerenza e invidiabile capacità, la band consegna al nuovo millennio.
Non si fa tempo ad asciugare qualche lacrima che Hoodoo Ceremony, 1:24 secondi di organo, sfuma nella esaltante Southern Conjuration, con il suo metal/hard rock dai ritmi trascinanti, assoli fantasiosi e un vocalist che dà letteralmente spettacolo, per un brano che da solo vale il prezzo del CD.
Epilogo: gli Astral Doors si confermano come una delle band più accreditate a riportare in auge i suoni classici ottantiani: Notes From The Shadows è un acquisto obbligatorio per i fan di tali sonorità e consigliato a chi vuol fare un tuffo in quella che, di fatto, è la perfetta rilettura dei suoni che portarono il genere sul podio della musica rock.
Irrinunciabile.

Tracklist:
1. The Last Temptation of Christ
2. Disciples of the Dragon Lord
3. Wailing Wall
4. Shadowchaser
5. Die Alone
6. Hoodoo Ceremony
7. Southern Conjuration
8. Walker the Stalker
9. Desert Nights
10. In the Name of Rock
11. Confessions

Line-up:
Johan Lindstedt – Drums
Joachim Nordlund – Guitars
Jocke Roberg – Keyboards
Ulf Lagerström – Bass
Nils Patrik Johansson – Vocals

ASTRAL DOORS – Facebook

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