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Recensione : Acinideva – Fuori Dall’eden

Fuori Dall’Eden è il miglior esordio possibile per gli Acinideva, in quanto possiede tutte le caratteristiche per ritagliarsi il giusto spazio in un settore affollato come quello del rock di matrice tricolore.

Acinideva – Fuori Dall’eden

Il primo pensiero che balena in mente, iniziando l’ascolto di questo esordio dei genovesi Acinideva, è quello che, finalmente, ci è dato ascoltare un rock cantato in italiano con testi originali e mai banali.

Il gruppo è di nascita recente ed il fatto che sia finito sotto l’ala protettiva della Nadir Records è indicativo sia del valore della proposta sia della sua anticonvenzionalità.
Mettendo subito sul piatto la mia desuetudine a questo tipo di ascolti, non posso negare quanto la gran parte dei brani presentati nell’album mi abbia convinto, anche per il chiaro intento da parte della band di perseguire una forma d’arte a 360°, tale da non sacrificare aspetti che sovente vengono trascurati come testi e grafica.
L’operazione riesce con un certo successo, perché il rock d’autore degli Acinideva, pur prendendo spunto da nomi come Marlene Kuntz et similia, brilla sufficientemente di luce propria, anche se manca forse il brano trainante, quello in grado di insinuarsi con forza nella mente dell’ascoltatore ma, d’altro canto, forse ciò si verifica proprio perché la qualità media della tracklist è senz’altro elevata e priva di particolari picchi in positivo o negativo.
Alessandro Ottaviani è un buon vocalist ed interpreta i testi, di cui egli stesso è autore, con un approccio piuttosto teatrale che talvolta sconfina nell’istrionismo, ma d’altra parte ciò si rivela sintomo di una personalità che certo non gli fa difetto, e che si estende ad una band in grado di assecondarlo in maniera assolutamente efficace.
Come detto, la decina di brani presentata in Fuori Dall’Eden brilla nel suo complesso, oscillando tra momenti cantautorali ed altri in linea con il più tradizionale rock di matrice italiana, sconfinando a tratti in tentazioni noise come nell’ottima L’Inganno; oltre a questa, le canzoni che rientrano tra le mie personali preferenze sono l’opener Eva e le poetiche Istantanee e Prima del Bacio, mentre sicuramente i testi di impatto più immediato sono quelli della coraggiosa Lampedusa e della surreale e provocatoria Norwegian Suite (laddove un sistema carcerario che è sicuramente un modello rischia di divenire, per assurdo, un’istigazione a delinquere); solo un po’ meno convincente Polvere di Star, anche perché attaccare l’illusorio e plastificato show business televisivo e chi se ne fa fatalmente attrarre, appare persino banale per chi, nel racconto di un rapporto finito male (Istantanee) riesce ad immortalare lo stato d’animo del protagonista con una frase di rara efficacia come “vorrebbe ricordarsela di schiena
Fuori Dall’Eden è quindi il miglior esordio possibile per gli Acinideva, in quanto possiede tutte le caratteristiche per ottenere il giusto spazio in un settore affollato come quello del rock cantato in italiano, laddove riuscire a separare gli stracci dalla seta non sempre si rivela impresa agevole.

Tracklist:
1. Eva
2. Norwegian Suite
3. Lampedusa
4. Il cantico dei Cantici
5. Ossigeno
6. Arbeit Macht Frei
7. Istantanee
8. Polvere di Star
9. L’Inganno
10. Prima del Bacio (tra Paolo e Francesca)

Line-up:
Alessandro Ottaviani: testi e voce
Tommaso Piana: chitarra
Roberto Pinna: batteria
Loris Andreotti: basso
Fabio Cloud: chitarra

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