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Recensione : Abstract Spirit – Theomorphic Defectiveness

“Theomorphic Defectiveness” è tutt’altro che un brutto disco ma da una band col potenziale degli Abstract Spirit ci si attenderebbe davvero molto di più.

Abstract Spirit – Theomorphic Defectiveness

I russi Abstract Spirit hanno alle spalle una carriera relativamente breve ma, nonostante questo, Theomorphic Defectiveness è illoro quarto full-length in cinque anni.

Dopo il’buon esordio con “Liquid Dimensions Change” e il suo notevole seguito “Tragedy And Weeds”, “Horror Vacui” aveva segnato un certo appannamento, il che rivestiva il nuovo disco di una certa importanza proprio per verificare lo stato di salute della band moscovita.
Il primo impatto non è stato invero molto incoraggiante, tanto mi è risultato difficile entrare in sintonia con queste sonorità spesso distorte, nella quali talvolta si abusa di passaggi che, con l’intento di evocare sensazioni morbose o comunque decadenti, ottengono il solo effetto di spezzare il pathos che la composizione era precedentemente riuscita a creare.
Gli ascolti successivi mi hanno consentito perlomeno di entrare almeno un po’ in sintonia con la loro musica, giungendo alla conclusione che questo lavoro degli Abstract Spirit ha il difetto d’essere troppo altalenate, sospeso com’è tra momenti sufficientemente evocativi ed altri nei quali la vana ricerca di un suono meno scontato lascia al contrario più di una perplessità.
E’ abbastanza scoperta, infatti, la volontà attuale degli Abstract Spirit di proporsi come una sorta di bizzarra orchestra funebre, con la tastiera di Stellarghost a simulare frequentemente il ronzante suono di un cupo trombone, idea di per sé non malvagia ma che, al di là dell’opinabile riuscita, è già stata riproposta sia pure con modalità leggermente diverse ma con uguali risultati, dagli Who Dies In Siberian Slush (dove, peraltro, la stessa Stellarghost prestava la propria opera in veste di ospite).
Per quanto mi riguarda il funeral dovrebbe essere una materia più semplice da affrontare e il senso di disfacimento dell’esistenza può essere veicolato anche tramite sonorità più lineari, per quanto tutt’altro che di facile ascolto, come del resto fecero molto bene, tanto per restare in zona, i disciolti Comatose Vigil in quella che è stata la loro ultima testimonianza discografica, “Fuimus Non Sumus”.
L’accostamento a questa band non è affatto casuale, vista la comune presenza in line-up del batterista e cantante Ak Eizor: in questo frangente il collegamento lo si può rinvenire in Za Sonmom Cvetnyx Snovideniiz, lenta litania ricca di momenti di elevato lirismo e, per distacco, la miglior traccia originale del disco.
Parlo di traccia originale perché all’interno del disco brilla come una supernova la cover di un brano storico come March October degli Skepticism, che finisce però per ritorcesi contro i nostri proprio perché, in quanto ben eseguita, mostra spietatamente la differenza, ancora marcata a livello compositivo, tra i maestri e i discepoli.
Theomorphic Defectiveness è tutt’altro che un brutto disco, questo va senza dubbio chiarito, ma da una band col potenziale degli Abstract Spirit ci si attenderebbe davvero molto di più.
Probabilmente sarà il prossimo lavoro a fornire un’indicazione definitiva sulla direzione musicale intrapresa dalla band russa.

Tracklist :
1. Theomorphic Defectiveness
2. Za Sonmom Cvetnyx Snovidenii
3. Leaden Dysthymia
4. Prism Of Muteness
5. Under Narcoleptic Delusions
6. March October (Skepticism cover)

Line-up:
M. Hater Guitars, Bass
I. Stellarghost Keyboards
A.K. iEzor Vocals, Drums

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