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A Night In White Satin

La forza dell'Italia, quella dello spirito di patata di Berlusca, delle barzellette sessiste, della nazional-hipster-acculturazione, del recluso in casa con Pippo e Topolino che gli corrono in testa tutto il giorno....

A Night In White Satin

Dalla pagina virtuale di FB, la piattaforma ormai designata alla vetrina dei matusa, perché Instagram invece fotografa quella dei poppanti, però nulla leva a Mark Zuckerberg il suo fottutissimo ricavo, per bontà nostra.

Embè, da ‘sti lidi virtuali pseudocomunitari di tossici dell’informazione, del fatuo e del pettegolezzo, se ne son dette di tutti i colori sulla vittoria dei Måneskin all’Eurovestival, il Sanremo europeo, per dirla forse male, ma chissenefrega. Fatto sta che i Måneskin hanno vinto e l’orgoglio nazionale dei naziskin dovrebbe essere salito alle stelle, perché HA VINTO L’ITALIAAAARRRGGGHHHH!!!!!

Per cui all’indomani dell’€-Fessival, vedremo presto in giro giovani naziskin vestiti da discinti rocker e con i capelli ultra-lunghi che manco i Blue Cheer avevano in arme di portare, allorquando versavano metallo nella loro musica dentro i porti di San Francisco, mentre collegavano reti metalliche alle montagne di amplificatori, affastellati l’un sull’altro in assetto tellurico roboante, e solo per dare voce a chitarra e basso iperelettrificati. I Måneskin di certo ci vanno più leggero, son scaltri e sanno come plasmare la matrice rock, che ha il pregio di essere accattivante nelle zone più conosciute del genere (quelle nervosità Led Zeppelin, ad esempio) e addirittura reinventata dalle loro peculiarità espressive in qualità di feeling con la materia rocciosa, senza dimenticare di elogiare le fisique du rôle della figurazione scenica che gli permette di vivere la parte delle rockstar di stampo anglosassone – dopotutto a me non sembrano per niente italiani.

E allora perché tutta quanta questa acredine riversata su di loro? Colpa di X Factor? Di Agnelli? No, sua no, impossibile, sta simpatico a tutti per via dei dischi degli Afterhours, mai troppo allineati al mainstream… Uhm, forse colpa del fatto che son bravi, giovani e belli e ce l’hanno fatta, com’è facile dire?

Ce l’hanno fatta
Ce l’hanno fatta
Ce l’hanno fatta!

A fare buona musica, bei testi, spettacolo, a far scattare la scintilla del rock proprio come gli italiani (quelli non rock) non vedevano da secoli, si può dire, ed è forse questa la REVOLUTION più cocente, il ribaltone per coloro che non ce l’hanno mai fatta a sfondare il video delle loro passioni e che ora vedono tristemente trionfare a ufo l’ignoranza d’Italia.

Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra), Ethan Torchio (batteria), rappresentano quello che tanti bandisti cercano di raggiungere e che magari lo fanno anche meglio di loro e pure da qualche lustro prima; solo che la solita bacchettoneria mainstream ‘made in italo’ non se n’è mai accorta (certo, non ci capisce un tubo di Rock), quindi spacciandoci adesso un prodotto che nasce mediaticamente dentro il ventre dell’apparato mainstream (che va bene ai tipi mainstream) come fosse la rivelazione divina (e per giunta ROCK – dai, non si può sentire ‘sta cosa), ha fatto girare i dischi ai molti puri del settore, e che disconi.

Eppure, Dio Sinti, sì che lo sono divini, per carità, ma non possono essere osannati in pompa magna, abbisognano della benedizione del Papa, che non può rendergliela, perché il Papa fuma droga (ha le sue visioni e credenze, il suo sballo personale a cui è vocato), mentre i Måneskin non si drogano, come stabilito dalla Ghestapo europea del Contest Eurofestival, che ha certificato la biosanità, ma non la biosantità, di Damiano. Un interrogativo questo, nella gestione del Contest, che contiene tutto il sapore tipico nordico di rincoglionimento poliziesco europeizzante (e devo citare per i giovani per forza la European Son dei Velvet Underground) che peserà sugli annali della competizione per sempre.

Molti, invece, sono stati contenti che un gruppo di capelloni, i Måneskin, abbia vinto, non perché amino il rock, di cui solo il 3% della popolazione italiana ne segue e vive le vicende audio con assiduità e rinnovato vigore fin dai tempi di Elvis, ma perché è il format della competizione che ha richiamato in causa gli ardori patriottici usciti a pezzi dal covid; sì, perché noi, quegli italiani che hanno accusato i cinesi di essere degli appestati magnapipistrelli e che poi siamo stati a nostra volta considerati dall’Europa Rincoglionita come gli appestati da bruciare in quello stivale (con buona pace della Sardegna) per essere diventati noi i succhiasangue dei pipistrelli – e che vergogna, e che SPUTTANATONA – avevamo assoluto bisogno di una vittoria calcistica, musicistica, ciclistica o ciclostilata, non fa alcuna differenza di quale tipo, purché su larga scala, proprio perché quello che contava e che conta in una competizione è VINCERE, e pure perché i più forti siamo noi. Il riscatto d’accatto.

La forza dell’Italia, quella dello spirito di patata di Berlusca, delle barzellette sessiste, della nazional-hipster-acculturazione, del recluso in casa con Pippo e Topolino che gli corrono in testa tutto il giorno, e di tutte le cazzate mediatiche inventate con estrema doppiezza esclusivamente per trainare l’italiano nel cesso comune, con appresso tutto il rotolo tricolore diventato carta da culo sporcata – che rivive purtroppo nelle arroganze arrogate e rogate dei partiti di destra, i quali beffardamente ci han privato di gioire di quello stendardo patriottico e democratico per non farci vomitare addosso la loro merda. Abbasso l’Italia!

Ed ecco che i Måneskin hanno fatto breccia e questo fatto taglia la testa al toro e ai fasci. Tiè!
Ci aspettiamo pel futuro da questi ragazzi iridati solo capolavori, come quelli dati alle stampe dalle grandi rock band. Questo è il loro periodo aureo e artisticamente pregno di idee, capace di restituire il rock ai giovani (a questi giovani d’Europa improsciuttati sugli occhi dalla politica, dalla mafia, dalle guerre del globo, dalle destre, dai cambiamenti climatici, dalle fobie delle immigrazioni) e in modo qualitativamente molto supercool quanto incendiario – a loro modo sfidano il mondo -, perché è titanico il loro sforzo controcorrente, ed anche altamente rock, dato che vivono in un mondo così castrante, bigotto, controllato e che porta i segni della sconfitta della società attraverso i partiti di destra,  la mafia, e in sostanza alla rinuncia ad essere rock, cioè, against! Un mondo che non si meritano davvero di subire a causa di quegli stronzi degli adulti e matusa che gliel’hanno consegnato a brandelli.

Infine, e finalmente, un po’ di libertà è transitata sulle reti RAI, roba leggera e indolore, che costituisce una sicura promessa da volgere contro quel futuro mediatico noioso che i matusa-rai prospettano per noi, i matusa-spettatori stanchi e decrepiti per età, ormai incapaci anche di pensare. No, dai, adesso sono davvero cattivo: ahahahahaha!

La notte è piccola per noi, troppo piccolina
C’è poco tempo per ballar e per cantar
Se il giorno è lungo da passar la notte vola

La notte è piccola per noi, troppo piccolina
Ma per chi canta come noi, insieme a noi
Per mille ore durerà un’ora sola

La notte è tenera, tenera
Giovane, giovane
Splendida, splendida
Bella da morir

La notte è piccola per noi, troppo piccolina
Ma cosa stiamo ad aspettar, vieni a ballar
Arriva l’ora prima o poi che ci innamora

La notte è tenera, tenera
Giovane, giovane
Splendida, splendida
Bella…

 

 

 

 

 

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