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Recensione : Miqrà – Ultimo Piano Senza Ascensore

Si potrebbe pensare che questa possa essere la musica di una banda che suona su di un nave che sta affondando, ma siamo noi che crediamo che le navi arrivino in porto, mentre in realtà girano sempre e non si fermeranno mai, perché non esistono porti sicuri, ma solo tappe di grande soddisfazione come questo disco.

Si potrebbe pensare che da qualche parte ci sia salvezza, un salvatore sia esso umano od un oggetto, un’anima o qualcosa, che arrivi a salvarci, ed invece non arriva mai nessuno. Anzi. Non c’è nessuno, se non noi stessi, siamo noi i nostri salvatori o i nostri carnefici. L’unica cosa che importa è vivere e raccontare, ascoltare storie di errori e di bei momenti che sembrano ancora più sbagliati.

I Miqrà sono tutto ciò e anche di più, un ponte verso l’abisso di storie mai raccontate ma che sono lì, sono forse le nostre. Il trio siciliano nato fra Siracusa e Catania guidato da Giovanni Timpanaro, è molto minimale, il loro suono è chitarra, batteria e poco altro, ma ha una potenza tremenda. L’italiano viene usato al suo meglio con il grande scopo, la gioia ed il privilegio di raccontare storie distorte come un delay, dal titolo del video tratto dal disco. Vi è una sorta di perverso appagamento nell’ascoltare i Miqrà, perché sai che hanno ragione, ma soprattutto sanno raccontare benissimo ciò che vogliono.

Si potrebbe parlare di indie, ma sinceramente si potrebbe anche stare in silenzio ad ascoltare un disco molto al di sopra delle uscite medie italiane. C’ una bella forza qui dentro, un modo nuovo di vedere la musica italiana, un sognare malinconico, perché la vita non è reale, sono storie che si toccano, realtà che hanno senso solo se si compenetrano. I Miqrà riescono dove tanti gruppi hanno fallito, o forse fanno solo bene una cosa che è semplicemente solo loro. Alcune frasi dei testi di Timpanaro sono chiare solo a lui, come è giusto che sia, ma contribuiscono a far suonare tutto benissimo.

Si potrebbe pensare che questa possa essere la musica di una banda che suona su di un nave che sta affondando, ma siamo noi che crediamo che le navi arrivino in porto, mentre in realtà girano sempre e non si fermeranno mai, perché non esistono porti sicuri, ma solo tappe di grande soddisfazione come questo disco.

TRACKLIST
1) Ad ogni goccia
2) Radioattività
3) Delay
4) La ribellione alla statistica
5) Camilla
6) Fellini e Charlot
7) Per colpa del cemento
8) Una cosa che mi manca di te
9) Serotonina

LINE-UP
Giovanni Timpanaro – Voce e chitarra
Mario Orso Giuffrida – Basso e contrabbasso
Gaetano Santagati – Chitarre e lap steel

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