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Recensione : Temple Of Baal – Mysterium

Siamo nel genere più oscuro e decadente, dove abbonda violenza e blasfemia, consacrato al satanismo e alla morte, a tratti affascinante, in alcuni casi leggermente vorticante su se stesso, ma ottimo per impatto ed attitudine

Temple Of Baal – Mysterium

Partiti nel lontano 1998 come one man band del chitarrista e cantante Amduscias, tornano in gran spolvero i signori del metal estremo transalpino Temple Of Baal con questo ottimo e devastante Mysterium.

Quinto album di una discografia che si completa con un buon numero di split e successore di “Verses of Fire” disco del 2013, il nuovo lavoro continua sulle coordinate abituali della band parigina, dedita ad un black/death feroce sulla scia di band quali Belphegor e Behemoth.
Niente di nuovo dall’oscuro abisso dove risiede Baal, divinità della mitologia Fenicia a cui la band, costruisce un tempio di musica estrema oscura e blasfema, ma anche questo nuovo album ha tutti i requisiti per soddisfare i fans del death metal espresso con la ferocia e l’attitudine Black, ed il risultato è un monologo di oscura e demoniaca musica satanica, in un crescendo a dir poco terrorizzante.
Brani mediamente lunghi, un susseguirsi di atmosfere di nera devozione al maligno, ed un sound che travolge, sono le peculiarità di Mysterium che, in quanto a ferocia esecutiva non è secondo a nessuno, devastato da ritmiche supersoniche, atmosfere evocative ed una blasfema coltre di nebbia creata dalle anime dannate che si aggirano tra le colonne del tempio.
Capitanato dal growl efferato del leader, il sound di Mysterium travolge in un armageddon di suoni oscuri e violentissimi e senza perderci in troppi fronzoli, l’attacco è immediato con due inni al supremo signore, come le lunghissime ed estenuanti Lord Of Knowledge And Death e Magna Gloria Tua, diciotto minuti totali di magnificenza satanica.
Il quartetto scarica bombe di atomico black/death con un impatto superbo e dalla prima all’ultima nota, le pause sono lasciate a piccoli camei evocativi, che rendono il lavoro ancora più oscuro e pregno di nera decadenza, con la superlativa Black Redeeming Flame a salire sul podio come brano più apocalittico dell’intero album.
Oltra al leader, in evidenza la furiosa sezione ritmica (Arkdaemon al basso e Skvm alle pelli), che crea un uragano sonoro su cui Amduscias e Saroth fanno scintille con il suono efferato delle loro asce.
Siamo nel genere più oscuro e decadente, dove abbonda violenza e blasfemia, consacrato al satanismo e alla morte, a tratti affascinante, in alcuni casi leggermente vorticante su se stesso, ma ottimo per impatto ed attitudine, un ascolto è comunque consigliato per gli amanti di queste sonorità.

Tracklist:
1. Lord of Knowledge and Death
2. Magna Gloria Tua
3. Divine Scythe
4. Hosanna
5. Dictum Ignis
6. Black Redeeming Flame
7. Holy Art Thou
8. All in Your Name

Line-up:
Arkdaemon – Bass, Vocals (backing)
Amduscias – Vocals, Guitars
Skvm – Drums
Saroth – Guitars

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