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Recensione : Mare Cognitum – An Extraconscious Lucidity

Mare Cognitum esalta il lato più malinconico ed atmosferico del black metal.

Mare Cognitum – An Extraconscious Lucidity

Progetto solista dell’americano Jacob Buczarski, Mare Cognitum è senza dubbio una delle realtà più intriganti degli ultimi anni in ambito atmospheric black.

Dopo l’esordio “The Sea Which Has Become Known”, datato 2011, il successivo An Extraconscious Lucidity, nel 2012, arrivò a consolidare un livello compositivo di grande spessore, raggiunto da un musicista che pare non perdere mai di vista l’afflato melodico ed il potenziale evocativo di un sound sempre avvolgente nella sua linearità.
Dopo gli ottimi riscontri ottenuti anche con il più recente “Phobos Monolith”, l’etichetta italia I, Voidhanger rimette sul mercato la versione rimasterizzata di quel secondo album, uscito all’epoca in edizione limitatissima, consentendo agli appassionati del genere di completare la conoscenza dei Mare Cognitum.
Jacob in questo lavoro sviluppa nel migliore dei modi le proprie intuizioni, mantenendo sempre un elevato pathos racchiuso all’interno delle tradizionali strutture black, senza rinunciare così ai tipici marchi di fabbrica quali screaming, blast beat e tremolo picking.
Messa in questo modo ci si potrebbe attendere qualcosa di scontato ma non è affatto così: proprio prendendo spunto dagli aspetti più canonici del genere, Mare Cognitum ne esalta il lato più malinconico ed atmosferico, ammantando ogni brano di una dolente patina di solennità; il tutto poi va a sposarsi alla perfezione con un lirismo di stampo cosmico che si distacca nettamente da blasfemie e nichilismi assortiti.
Sicuramente la lezione cascadiana è stata seguita con attenzione dal musicista californiano, il quale ha il grande merito di esaltarne ulteriormente il potenziale evocativo; peccato solo per lo screaming affossato dalla produzione, un aspetto che sarà pure uno standard abituale per le uscite nel genere ma che non posso fare comunque a meno di considerare un difetto, per quanto non determinante.
Poco male quando viene concesso di ascoltare musica cosi ispirata, che si traduce in un flusso costante e coinvolgente, tale da rendere superfluo menzionare questo o quel brano: i cinquanta minuti di An Extraconscious Lucidity sono una magnifica esperienza sonora da godersi in un’unica sessione di ascolto, lasciandosi guidare senza timori dall’ottimo Buczarski negli sterminati spazi siderali .

Tracklist:
1.Collapse Into Essence
2.Pyre of Ascendance
3.Degeneracy Pressure
4.Nascency
5.Ergosphere
6.Pulses in Extraconscious Lucidity

Line-up:
Jacob Buczarski

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