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Recensione : Simple Lies – Let It Kill

Immaginatevi un sound costruito con fondamenta street, ma su cui si innalzano pareti melodiche di estrazione prog/metal e soffitti di alternative rock, per un palazzo di incrollabile musica metallica moderna, affascinante ed estremamente melodica.

La nostrana Bakerteam Records non sbaglia un colpo e puntuale ci regala il secondo album dei bolognesi Simple Lies, gruppo hard rock , successore del debutto “No Time To Waste”.

I suoni street rock classici, amalgamati all’hard rock moderno, stanno prendendo campo nel mondo del rock più energico e questo lavoro è l’ennesima prova di come, molti, avevano dato per scontato la morte di un genere che ha troppe frecce al proprio arco per mollare la presa, sul bistrattato mondo dell’hard & heavy.
Let It Kill, come il bellissimo album degli Starsick System (“Daydreamin”), uscito quest’anno sempre per la Bakerteam, pesca dall’hard rock ottantiano, così come dal sound moderno degli ultimi anni, trovando la perfetta amalgama tra tradizione e modernità.
Supportato da un songwriting ottimo, ricco di varie sfumature e da un’appeal esaltante l’album piace tra potenza metal, effervescente street rock e groove, richiamando a se un nugolo di gruppi, tra chi ha fatto la storia e chi la sta ancora scrivendo.
E allora immaginatevi un sound costruito con fondamenta street, ma su cui si inalzano pareti melodiche di estrazione prog/metal e soffitti di alternative rock, per un palazzo di incrollabile musica metallica moderna, affascinante ed estremamente melodica.
Look At Me Now, apre le danze e ci prende per il collo, con ritmiche colme di groove, mentre A-Men è un anthem dal flavour ottantiano che farà al gioia dei vecchi fans dei Mötley Crüe, poco tempo per risistemarci perchè le songs si susseguono una più sorprendente dell’altra, passando dalla spettacolare Freak Show alla prog/street metal Miss Anthropy.
Ottima la sezione ritmica, composta da Alessandro “ZAK” Zucchini alle pelli e Ash “ASH” Saboori al basso, varia e tecnicamente ineccepibile sulle songs dalle ritmche più complesse, incendiarie le due asce (Alberto “JACK H” Molinari e Manuele “LELLO” Pepe) e ottima la prestazione del vocalist Alessandro “RUBB-O” Rubino, dal timbro molto simile al Terence Holler dei nostrano Eldritch (e scusate se è poco).
Let It Kill non lascia niente alla mera sufficienza e le songs risultano tutte molto belle, con ancora Sunday Morning Apologies e The Ant a rubare la scena.
Mötley Crüe, Alter Bridge, Def Leppard, lo Slash solista e gli Eldritch (non solo per la voce del singer) ad impreziosire il sound con un’anima prog/metal, sono i riferimenti che escono prepotentemente dai solchi di questo ennesimo ottimo lavoro, uscito da quello scrigno musicale che è la scena made in Italy, trovatelo, apritelo e raccoglietene i gioielli racchiusi, come questo Let It Kill.

Tracklist:
1. A-MEN
2. Freak Show
3. Let it kill you
4. Look at me now!
5. Miss Anthropy
6. Past frames
7. Sunday morning apologies
8. Symmetry of Love
9. The ant
10. The king is dead

Line-up:
Alessandro “RUBB-O” Rubino – voice
Alberto “JACK H” Molinari – lead guitar
Alessandro “ZAK” Zucchini – drums
Manuele “LELLO” Pepe – rhythm guitar
Ash “ASH” Saboori – bass

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