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Recensione : The Sixxis – Hollow Shrine

Progressive rock moderno e infarcito di suoni alternative per questo clamoroso esordio degli statunitensi The Sixxis.

The Sixxis – Hollow Shrine

Il mondo è piccolo, quello musicale microscopico: avevo lasciato, nella scorsa primavera, un debutto magistrale come “Cleo” degli Swallow My Pride, capolavoro di rock/metal alternativo così intenso da mettere in fila parecchi gruppi di livello internazionale, pregno di suoni che attingevano dal migliore sound di Seattle trasportandolo nel nuovo millennio e accompagnandolo a digressioni di prog moderno.

Eccomi qui oggi ad entusiasmarmi per un’altra band che, pur con molta più anima prog rispetto al duo sardo, ne percorre le stesse strade contaminando il proprio songwriting con iniezioni di rock alternativo americano, creando uno spettacolare esempio di progressive moderno.
Altra doccia gelata per i detrattori della musica di Seattle, troppo frettolosamente definita modaiola in quei (diciamolo) fantastici primi anni novanta, ma che, dopo più di vent’anni torna ad influenzare musicisti in ogni parte del mondo.
Hollow Shrine, debutto degli statunitensi The Sixxis, è tutto questo, un bellissimo affresco di musica progressiva con più di un accenno a quei parametri alternativi, accompagnato da una maturità strabiliante e assolutamente perfetto nel suo penetrare in profondità, con un uragano di melodie che vi lasceranno senza fiato, accattivanti e sbalorditive nel bilanciare musica “adulta” ed immediatezza, sempre con quel tocco drammatico/intimista di fondo che ricorda sia molti dei pionieri del grunge (Alice In Chains e Soundgarden su tutte), sia quelle della prima ondata di prog moderno come i Tool ed i gruppi europei che, partendo dal metal estremo, si sono trasformate in nebulose entità musicali, come Katatonia e Riverside.
Prodotto da David Bottrill, già al lavoro con Peter Gabriel, King Crimson, Tool e Muse, la band statunitense ci consegna un lavoro stupefacente e fresco che, a partire dall’abbacinante Dreamers  fino alla conclusiva Weeping Willow Tree, regala momenti di indubbio valore artistico e tecnico, contaminando quarant’anni di rock progressivo (Rush, King Crimson) con il meglio dell’epopea grunge, grazie a cinque musicisti di livello superiore che, intelligentemente, lasciano ad altri meri tecnicismi fine a se stessi per puntare tutto sull’impatto emozionale.
Un grandissimo esordio che fa capire come mai i The Sixxis sono stati scelti per accompagnare in tour dei giganti del prog quali gli Spock’s Beard …

Tracklist:
1.Dreamers
2.Long Ago
3.Nowhere Close
4.Home Again
5.Forgotten Son
6.Waste of Time
7.Coke Can Steve (inst)
8.Opportune Time
9.Out Alive
10.Weeping Willow Tree

Vladdy Iskhakov – Vocals, Guitars, Violin, Keys
Mark Golden – Bass, Keys
Jbake – Drums, Percussions, Choirs
Paul Sorah – Guitars, Keys, Choirs
Cameron Allen – Guitars, Keys, Choirs

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