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Recensione : Mesh – Looking Skyward

Difficile ascoltare qualcosa di meglio, oggi, in questo settore musicale

Mesh – Looking Skyward

Poco meno di un mese vi fa avevamo parlato di Kill Your Darlings, singolo apripista di Looking Skyward, nuovo full length dei Mesh.

Si era detto che, con tali premesse, il lavoro sarebbe stato un appuntamento da non mancare per alcun motivo e, dopo averlo ascoltato più volte, si può tranquillamente avallare questa affermazione.
Looking Skyward è la raccolta di 13 potenziali hit, tra le quali Kill Your Darlings, brano che preso da solo appariva eccellente, inserito in quest’ambito fa quasi la figura del vaso di coccio in quanto si rivela (come è giusto che sia per un singolo, sia chiaro) tra gli episodi più immediati e ruffiani.
L’album si apre con la stupefacente tripletta costituita da My Protector, Tactile e The Last One Standing: la prima canzone ha un refrain che non fa prigionieri ed rappresenta sicuramente uno dei momenti più alti della raccolta, la seconda possiede quei tratti più intimisti ed evocativi dove i nostri spesso fanno la differenza, mentre la terza ritorna a quello schema che prevede un chorus irresistibile a marchiare indelebilmente l’operato della premiata ditta Hockings / Silverthorn.
Il bello di tutto questo è che qui non siamo di fronte ad un esercizio compositivo dai biechi fini commerciali: certo, il sound dei Mesh è accessibile, ma esibisce nel contempo una sua profondità, e lo è nella stessa misura di quei Depeche Mode dei quali i nostri si pongono, in qualche modo, quale elemento di continuità al netto di qualche asperità sonora in meno.
Infatti, il percorso del duo di Bristol prevede sonorità più morbide e meno cupe rispetto ai momenti più alti della produzione di Gore e soci, ma l’elettro pop/rock qui esibito è ammantato da una classe appannaggio di pochi eletti.
Looking Skyward si dipana senza stancare, tra brani più ritmati (la già citata Kill Your Darlings, Runway, The Fixer), con la nervosa The Ride a spiccare per la sua peculiarità all’interno del lavoro, ed altri più suadenti, con un Mark Hockings che si dimostra, una volta di più, un convincente interprete (Before This World Ends, Two+1, Once Surrounded).
Difficile ascoltare qualcosa di meglio, oggi, in questo settore musicale, ed il fatto che i Mesh abbiano ormai alle spalle un’esperienza ultraventennale è garanzia certificata di una qualità compositiva che non può essere né effimera né casuale. Un ascolto obbligato, anche per chi ha meno dimestichezza con queste sonorità, dalle quali potrebbe essere irrimediabilmente folgorato.

Tracklist:
01. My Protector
02. Tactile
03. The Last One Standing
04. The Traps We Made
05. Kill Your Darlings
06. Iris
07. Runway
08. Before This World Ends
09. Two+1
10. The Ride
11. There Must Be A Way
12. The Fixer
13. Once Surrounded

Line-up:
Mark Hockings – Vocals, Guitars, Keyboards, Programming, Lyrics
Richard Silverthorn – Keyboards, Programming

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