iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Applez91 – Two Different Kind of Showers

Frammenti di viaggio come pellicole analogiche sonore, raccolti durante gli spostamenti con gli Hexis, da cui Applez91 (Luca Mele) proviene come bassista e seconda voce.

Applez91 - Two Different Kind of Showers

La didascalia dell’opera mette subito in chiaro il terreno: un futuro post-umano in cui l’acqua non è più un elemento di cura ma un’arma rituale. La doccia, reliquia di un mondo scomparso, diventa un dispositivo di attacco, di purificazione violenta, un varco tra corpo e spirito. È un’immaginazione da distopia antropologica, perfettamente allineata alla grammatica dell’HNW più viscerale.

Frammenti di viaggio come pellicole analogiche sonore, raccolti durante gli spostamenti con gli Hexis, da cui Applez91 (Luca Mele) proviene come bassista e seconda voce. Il dato biografico non è un feticcio: serve a contestualizzare una pratica di field recording trasformata in rito statico.

Il disco si articola in due lati senza compromessi:

  • A – Cold Water Razorblades Shower
  • B – To Breathe the Ethereal Water That Surrounds Your Body

Non sono tracce: sono icone. Altari monolitici in cui la materia sonora viene esibita come corpo sacrificale. È estetica canonica della scena PE/HNW: costruire immagini che non illustrano, ma feriscono. Qui il getto d’acqua diventa lama, abrasione continua, pelle spirituale tagliata da un liquido sintetico freddo come una sala operatoria senza luce.

Applez91 attinge dalla musique concrète nel suo senso più radicale: non come avanguardia accademica, ma come trasformazione quotidiana del suono in mito. L’ordinario che diventa arma, il banale che si manifesta come simbolo. È la stessa logica che ha trasformato un oggetto idiota come la banana di Cattelan in “arte”: la differenza è che qui non c’è ironia, non c’è galleria, non c’è mercato. Solo un artista che prende docce potenzialmente luride di hotel asiatici e le trascina nel dominio del sacro distopico.

Il risultato è semplice: funziona. Non perché sia un omaggio calligrafico al Japanoise, ma perché ne ricava un senso di globalità corrotta, una geografia del disagio impressa in un muro sonoro immobile. È la prova di come l’eredità mutante di Merzbow, Masonna e affini abbia messo radici in Occidente, generando forme personali di poesia distopica contemporanea.
Two Different Kind of Water non è un disco che vuole piacere, d’altronde nessuna delle produzioni della Deepthroat Records lo è, etichetta Milanese  che con le sue produzioni crea di volta in volta un oggetto rituale che, in questo caso, ti obbliga a stare fermo mentre l’acqua ti taglia. E respirare, come dice il testo, diventa l’unico atto possibile.

Voto: 8.5
Disco senza pantomime o compromessi, sicuramente Non adatto a chi non apprezza il genere.
Ma in sintesi quello doveva fare è esattamente quello che ha fatto, quindi decisamente riuscito. Un’estetica in Sintonia ed in linea con l’etichetta, sonorità abrasive e rotonde. Quello che mi aspettavo e che mi ha immensamente divertito durante l’ascolto, una doccia fredda di rumore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

PROMUOVI LA TUA BAND

Vuoi promuovere la tua band e supportare In Your Eyes ezine? Negli anni abbiamo collezionato oltre 1200 contatti (webzine, webradio etc..) che mettiamo a tua disposizione.

CANALE TELEGRAM

RIMANI IN CONTATTO

GRUPPO WHATSUP

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE