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Recensione : Tomas Barfod – Salton Sea

Tomas Barfod - Salton Sea: Tomas Barfod si mette in proprio, ed esce con questo Salton Sea, anticipato qualche mese fa dall'EP “Broken Glass”. Si m...

Tomas Barfod – Salton Sea

Tomas Barfod si mette in proprio, ed esce con questo Salton Sea, anticipato qualche mese fa dall’EP “Broken Glass”. Si mostra dunque in nuovo (o vecchio) volto del danese impiantato a Los Angeles, meglio conosciuto in ambito electro-pop-indie come batterista degli WhoMadeWho, nonché come produttore dance con il moniker Tomboy.

Il disco solista di Barfod è un ascolto onesto e leggero, a tratti molto piacevole, che non cerca di stupire l’ascoltatore per novità, preferendo invece rimanere nei binari di una musica elettropop-dance orecchiabile, ma non per questo scontata. Un disco per l’estate (forse anche nelle intenzioni dello stesso producer), che probabilmente non entusiasmerà tanto da consentirgli di spiccare tra i dischi del corrente anno, ma che ha tuttavia dei buoni momenti e alcuni ottimi spunti, in cui Tomas Barfod ci presenta, con toni zuccherosi e sognanti, una terra promessa da raggiungere.
Canzoni pop in atmosfera dance che pervade il tutto, oltre a rimandi “eighties” di dance-synth pop. Possiamo quasi dividere le tracce a metà, in due grandi gruppi che Barfod decide di alternare per tutta la durata del disco:
una parte strumentale (D.S.O.Y., Ecstesizing, Baxter St., Aether, Python), che si ispira molto lontanamente ai monumentali Daft Punk (D.S.O.Y), e senz’altro in maniera ben più consistente all’elettronica di stampo pop dei vari Caribou, Gold Panda, T.E.E.D. e del suo compagno di etichetta Ernest Gonzales (uscito a Gennaio di quest’anno con l’ottimo Natural Traits). Tra queste spicca la vivace e buona opener, ma si prosegue degnamente con Ecstesizing e la sua atmosfera sospesa e rallentata; con Baxter St. ci avviciniamo nuovamente alla house, per sviare sul gusto retro di Aether, e poi Python che inizia sulle stesse coordinate della precedente acquisendo in crescendo un tocco electro. Queste tracce presentano ritmi intriganti e anche buone soluzioni sonore a contorno, quindi non vanno considerate come “riempimento” delle tracce vocali di punta.
L’altro gruppo a cui facevo riferimento è costituito da canzoni con contributi vocali e di atmosfera più spensierata e marcatamente elettropop (Till We Die, Don’t Understand, November Skies, e per finire Only Human che compare solo come bonus track nell’uscita in digitale), che vede protagonisti assoluti in primo luogo la cantante svedese Nina Kinert, la quale si presenta in Till We Die con la sua abilità e sensualità, che ritroveremo in seguito nella dreamy November Skies, una delle canzoni di punta di “Salton Sea”, con un ritmo accattivante che guarda a piacere un po’ a tutti. Tra i due pezzi però entra in scena anche un altro protagonista, Jeppe Kjellberg, in Don’t Understand, con un cantato sognante tra coretti in sottofondo. Questi sono anche i pezzi più orecchiabili e pop-oriented di “Salton Sea”, in bilico verso il mainstream.
Inizialmente volevo includere anche le restanti canzoni in questo secondo gruppo, ma volendo tirare per i capelli un terzo gruppo, in cui le vocals sono presenti ma non la fanno da padrone, il primo singolo estratto Broken Glass e protagonista dell’EP di lancio di Barfod, dove viene roboticamente ripetuto “I tip toe into broken glass, It hurts like hell, I torture the past”, quindi Came To Party (con la mano di Kasper Bjorke) che però risulta stucchevole per macchinosità. Seguono a distanza Nighthawke con il contributo dell’americana Lydia Ainsworth, una costruzione in crescendo in cui la leggerezza della melodia lascia presto il posto all’inquietudine e ad un ritmo pulsante. Ma non dimentichiamoci della bonus track Only Human col prezioso contributo di CHLLNGR che impreziosisce i ritmi elettropop con un tocco di omnipresente neo-soul.
Ragionando in termini di ciò che è uscito in questo 2012, Tomas Barfod entra in corsa come disco dance-pop e se la gioca alla pari proprio con i sopra-citati Totally Enormous Extinct Dinosaurs e Ernest Gonzales, oltre che con i sorprendenti Undo e John Talabot ma bisogna dire che tutti costoro (eccetto forse ƒin) non possono competere con la leggiadria e la raffinatezza del bellissimo “Changed” di Mario & Vidis.
Ad ogni modo Salton Sea si prende una sufficienza piena perchè riesce nel suo intento di allietare gli ascoltatori con motivetti piacevoli e un più che discreto tappeto sonoro…e forse, per come stanno andando le cose in casa WhoMadeWho, Tomas Barfod farebbe bene a pensare se non valga la pena continuare su questa strada e concentrarsi maggiormente sul percorso da solista, che con buone probabilità potrebbe dargli risultati migliori.

DSOY:

November Skies:

Broken Glass:

Only Human:

TRACKLIST
1. D.S.O.Y
2. Broken Glass feat. Jeppe Kjellberg
3. Came To Party
4. Till We Die feat. Nina Kinert
5. Ecstesizing
6. Don’t Understand feat. Jeppe Kjellberg
7. Baxter St.
8. November Skies feat. Nina Kinert
9. Aether
10. Nighthawke feat. Lydia Ainsworth
11. Python
12. Only Human feat. CHLLNGR**Digital Only

Tomas Barfod

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