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Recensione : Three Steps To The Ocean – Scents

I Three Steps To The Ocean convincono pienamente per l’intensità dei loro brani, che non provocano neppure un attimo di noia, riuscendo a sfuggire alla trappola della ripetitività

Three Steps To The Ocean – Scents

Produrre musica strumentale è una scelta per certi versi coraggiosa ma che sta prendendo piede in questi ultimi anni, soprattutto in ambito post-rock/post-metal, con band quali Godspeed You ! Black Emperor, Mogwai e Pelican solo per citarne alcune.

I Three Steps To The Ocean sono tra i migliori esponenti nostrani di questo particolare sottogenere e con Scents giungono al loro secondo album dopo l’esordio, accolto favorevolmente, “Until Today Becomes Yesterday”; la loro musica è un caleidoscopio di suoni che prima colpisce e poi accarezza l’ascoltatore, si allontana fluttuante per poi riemergere in forme ora tranquillizzanti, ora inquietanti, rappresentando una sorta di colonna sonora delle nostre esistenze e delle relative contraddizioni che ne accompagnano il corso.
Chi conosce già il tipo di proposta non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, chi invece non è avvezzo ad ascolti di questo tipo deve sapere che la band milanese, pur nella diversificazione della sua proposta, non indulge mai in minimalismi rumoristici fine a se stessi ma ha sempre ben impresso il concetto di melodia pur in un contesto di non facile assimilazione.
Confesso di non essere a priori un estimatore del genere, considerato che questa soluzione stilistica finisce spesso per essere foriera di prodotti inconcludenti, più attenti all’aspetto formale che non alla sostanza: buona tecnica strumentale, sufficiente estro compositivo ma alla fine poco o nulla che sia degno di essere ricordato a lungo.
I Three Steps To The Ocean, invece, convincono pienamente per l’intensità dei loro brani, che non provocano neppure un attimo di noia, riuscendo a sfuggire alla trappola della ripetitività grazie anche all’azzeccata scelta di proporre solo cinque brani, per una durata inferiore alla mezz’ora; in effetti, anche se le tracce paiono fondersi in un corpo unico, sono tali e tante le variazioni sul tema che non esito a definire progressive (nel senso più vero del termine) la musica contenuta in Scents, proprio perché i diversi movimenti si susseguono senza soluzione di continuità, in perfetta armonia e privi di velleitari virtuosismi.
Derogando alla loro natura strumentale, i nostri per una volta rinunciano all’accantonamento delle voci ospitando in Zilco il contributo di Federico Pagani dei Diskynesia, spingendoci istintivamente a pensare che la musica di questi ragazzi, con l’inserimento in formazione di un buon vocalist, potrebbe raggiungere una platea sicuramente più ampia.
Ma, al di là di questa annotazione dal carattere puramente commerciale, è giusto che il quartetto milanese prosegua con immutata convinzione sulla strada già tracciata, continuando a proporci lavori di assoluta levatura come Scents.

Tracklist :
1. Hyenas
2. Zilco
3. Cobram
4. Rodleen
5. Collider

Line-up :
Andrea Sacchetti – Guitars, Noises
Andrea Menandro – Bass
Francesco Tosi – Synth, Programming
Davide Logrieco – Drums

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